Corsa noiosa? Usa la fantasia
Più di qualche amico, o persona che leggo nei vari gruppi di corsa, lamenta che il running è noioso. Qualcuno lo fa senza alcun senso compiuto, qualcuno lo fa dopo una prima fase di estasi, quando la routine stanca.
Da sempre dico che la corsa è passione, ma non è un’attribuzione gratuita: la passione va coltivata, ma curata, come una piantina da frutto. Altrimenti anche lei si inaridisce e ci pianta in asso.
(mi stanno venendo in mente i racconti degli amici sulla pasta madre… non so perché, ndr)
Qualche post fa parlavo di stimoli stimoli stimoli. Oggi, sotto suggerimento del mio fratellastro Massimo, provo a dare qualche indicazione per rendere la corsa meno noiosa e per introdurre elementi di variazione.
Variare gli allenamenti
Se ti segue un allenatore professionista, sicuramente sa captare le tue fasi e sa modulare i tuoi allenamenti in modo da darti sempre nuovi stimoli fisici ed emotivi. Se invece sei un tuttofare magari qualche idea te la posso fare.
Gli allenamenti più impegnativi mentalmente sono i lunghi e i medi. Hai mai provato a giocarci su? Ad esempio col medio puoi:
- suddividerlo in 3 fasi, es: 3 km a VM*+10”, 3 km a VM, 3 km a VM-10”
- suddividerlo in 3 fasi, es: 3 km a VM+20”, 3 km a VM, 3 km a VM-20”
- suddividerlo in fasi chilometriche, es: 1 km a VM+10” e 1 km a VM-10” (x5)
- allenamento cardio, mantenendo una % del massimale
- progressivo, es: 1 km a VM+30”, 1 km a VM+20”, 1 km a VM+10”, 1 km a VM”, 1 km a VM-5”, 1 km a VM-10”, …
* VM = Velocità
Ovviamente totale libertà a variare. Attento solo che se ti distanzi troppo dalla velocità del medio rischi di allenare zone diverse da quelle di cui all’obiettivo.
Anche sui lunghi, soprattutto quelli da maratona, si può giocare con accelerazioni e frenate. Gli atleti professionisti provano spesso queste cose in vista di una strategia di gara. Noi atleti normali possiamo approfittarne per farceli passare meglio ma soprattutto – qui grazie al mito Agnello – per aumentare la capacità di tenere un passo e di controllare il passo sia in frenata sia in accelerazione. Per curiosità… andatevi a vedere i parziali di quel dio italiano chiamato Stefano Baldini alla sua ultima Maratona di New York: un metronomo anzi… c’aveva il cruise control inserito!
È fartlek? Secondo me ci si avvicina molto al suo concetto nativo.
Variare il percorso
Percorsi conosciuti e “tracciati” sono il non plus ultra per allenamenti di ripetute o con obiettivi particolari di passo (sui cortissimi possiamo usare il GPS come cronometro che è meglio…).
Per allenamenti più lunghi può essere divertente variare, magari garantendosi un percorso ad anello, senza mai passare sugli stessi luoghi.
Sulle zone più battute possiamo trovare molti siti online dove trovare le tracce già pronte, solitamente in formato .gpx o .kml. Io – per esempio – per i Colli Eugenei li trovo qui.
Se invece vuoi fare da te, puoi usare il classico editor dei percorsi di Garmin (così hai tutto già pronto nel cloud) oppure un tool fighissimo chiamato On the Go Map (grazie Marco!). L’unico vero difetto di questo tool è che non puoi salvare le mappe che crei in un tuo profilo (non si crea il profilo): una volta creata hai un link personalizzato per condividerla o per scaricarti il .gpx. So che ci stanno lavorando…
Il .gpx – c’ero passato veloce – è un file standard dei percorsi che puoi importare direttamente sia in Garmin Connect sia in applicazioni formidabili come View Ranger. Poi puoi decidere se usare il navigator del tuo sportwatch (se ce l’ha) oppure lo smartphone. View Ranger – ad esempio – come il Forerunner 945 e il Fenix, da la possibilità di pre-scaricarsi le mappe offline.
Parlando di personalizzazioni dei percorsi lo sapevi che ci sono degli artisti che si divertono a fare disegni con i loro tracciati di corsa? Anche questa può essere una bella alternativa alla noia dello stesso giretto. Guardati qualche immagine di Lenny Maughan tratte da insider.com.
Grazie per essere arrivato fin qui. Ti aspetto nei commenti e nel mio canale Telegram.
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