Nuova Zelanda, 900 km a piedi, da nord a sud
Non so come si sia accesa l’ispirazione che ha portato in me un cambiamento forte, dimostratosi poi avere un enorme impatto su quello che ora è il mio essere. Sicuramente, il mio spirito libero e il mio spirito avventuriero, sono stati carburante eccellente per quella scintilla.
Avevo bisogno di un qualcosa di insolito, di stimolante, che potesse provocare una nuova scossa dentro me.
Forse il motivo per cui ho deciso di intraprendere un’esperienza tale è stato proprio dettato dal desiderio di spingermi al limite, di scoprire quanto è potente la forza della mente, di quanto siamo predisposti allo spirito di sopravvivenza, come il nostro corpo possa adattarsi anche alla peggiore delle situazioni se a comandare è una testa forte. Sono stato molto soddisfatto e tutto quello che mi è capitato in tutti i cinquanta giorni è stato motivo di mutamento, di crescita.
Inizialmente stavo organizzando questa avventura con un amico conosciuto in Australia perché in quel periodo mi trovavo proprio dall’altra parte del mondo, nei pressi di Brisbane nello stato del Queensland.
Un cammino che attraversa parte della Nuova Zelanda precisamente dalla città di Aukland nell’isola del nord fino a spingersi nell’isola del sud nella cittadina di Queenstown. Il percorso originale si estende circa 3.000 chilometri lungo le due isole del paese: da Cape Reinga e Bluff .
Viene definito un tracciato “unico e continuo” perché unendo le varie sezioni che lo compongono si può seguire dall’inizio alla fine sempre lo stesso “segna via” o “marker” come viene chiamato in inglese.
La particolarità di questo Trail è la varietà di panorami e scenari in cui gli escursionisti si trovano immersi. I confini del Te Araroa Trail sono composti dalla incontaminata natura della Nuova Zelanda stessa, oceano, vulcani, catene montuose, laghi, fiumi, vallate, immense foreste e caratteristici paesini che si incontrano lungo il tracciato. La cosa interessante è che durante la camminata si segue per un certo tratto il confine geologico della placca tettonica che attraversa tutto il paese e che fa parte della cosiddetta “Cintura di Fuoco” del Pacifico.
A quattro mesi dalla data di partenza per la Nuova Zelanda, la scoperta che il mio futuro compagno di avventura non avrebbe potuto intraprendere questo viaggio. Incredulo, data la passione riposta da entrambi nell’organizzare quest’avventura, mi trovai di fronte ad un indecisione: rinunciarvi o affrontarlo da solo. “Sarà una cosa troppo grande per me dato che non ho mai ho vissuto prima d’ora un esperienza simile?”
E ancora… avendo perso il mio compagno di viaggio prima della partenza, strade, sentieri, meteo, natura…almeno loro sarebbero state dalla mia parte? Risposta troppo difficile da darmi.
Dopo una decina i giorni anche spinto dall’entusiasmo degli amici, ho deciso che non potevo perdermi assolutamente un’occasione simile, consapevole del fatto che probabilmente difficilmente avrei avuto una seconda chance per vivere tale esperienza nel paese dove la natura ha il pieno controllo su tutto.
Ho iniziato ad organizzarmi mentalmente ed stendere un’infinita lista delle cose della quale avrei potuto aver bisogno per affrontare un viaggio in solitaria zavorrato da uno zaino con tutto lo stretto indispensabile.
Inizio a recuperare ed accumulare l’occorente necessario, dalla tenda singola al materassino, da un vestiario tecnico per contrastare le difficoltà meteo ad una calzatura confortevole. Due paia di scarpe con me, coraggiosamente ho scelto una scarpa leggera ed entrambi da trail.
Finalmente un po’ eccitato ma anche spaventato atterro all’aeroporto internazionale di Aukland.E’ il 27 Novembre 2018. Sono esattamente le 17 del pomeriggio ora locale ed ecco che si fanno notare le persone locali, i Kiwis. Un nomignolo utilizzato per indicare la popolazione della Nuova Zelanda.
Il tempo scorre e mi devo preoccupare di trovare una sistemazione per la notte. Lo zaino di 21 kg inizia a farsi sentire e questo mi preoccupa.
Mi sono spinto con un bus dall’aeroporto di una cittadina nelle vicinanze di Aukland ed una volta sceso inizio a girarmi intorno e a chiedere consigli riguardo un posto per la notte, fino a quando incontro una persona che si offre di ospitarmi per la notte. Sorpreso dell’apertura mostrata decido di accettare e avere fiducia. Inizia così il mio viaggio. Iniziavo a percepire i brividi di un viaggiatore e non più di un turista… ma adesso è il momento di riposare, l’indomani mi aspetta la prima giornata di cammino. Nel prossimo articolo percorreremo insieme il cuore del mio viaggio.
“A long way to go, a long way to learn by nature”
Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?