All Around eMTB Race Bosch ePowered: buonissima la prima!
Sulla carta era una sfida, perché di gare così non ce ne sono, né in Italia né in Francia o in Germania, le nazioni pioniere dello sport in natura. O meglio, non esistono gare che racchiudono assieme tutti questi elementi: una gara a tappe in e-MTB, in un percorso d’alta montagna, attraverso sentieri impervi, utilizzando quasi esclusivamente la traccia sul proprio GPS. E soprattutto una gara che riserva panorami mozzafiato come solo la Valle d’Aosta riesce a regalare. Per tutta la durata della gara, ovvero 200 chilometri con 8000 metri di dislivello positivo da percorrere in quattro giorni, si rimane sempre al cospetto delle montagne più belle e imponenti del Paese: il Gran Paradiso, il Monte Rosa, il Cervino e il Monte Bianco (che rimane a vegliare da lontano).
‘Balisare poco il percorso era una sfida, perché avremmo messo i concorrenti e noi stessi in una situazione di incertezza, che però è proprio il requisito principale dell’Avventura con la ‘a’ maiuscola’, ci racconta Luca Santini, ideatore di All Around e-MTB Bosch e-Powered ed esperto da oltre trent’anni nell’organizzazione di viaggi outdoor. ‘Ma questa sfida non solo l’abbiamo vinta, ma abbiamo anche dimostrato che il format è quello giusto. Perfino i nostri vicini d’Oltralpe ci hanno fatto i complimenti. E se lo dicono loro, per me è un onore’.
Quando è nata l’idea di All Around e-MTB?
È nata qualche anno fa, guardando la conformazione geomorfologica della Valle d’Aosta: è praticamente un anello, delimitato dalle montagne. Anche il Tor des Géants ha sfruttato questa conformazione, facendo percorrere ai trailer le due Alte Vie che attraversano la Valle. Noi volevamo fare una gara esclusivamente per le e-bike. E un percorso del genere, anche per gli amatori e attraverso sentieri difficili d’alta montagna, nessuno l’ha mai organizzato.
Per l’appunto: perché solo per le e-MTB?
Perché rappresentano il futuro e volevamo qualcosa di esclusivo. Ci siamo chiesti se aprire anche alle MTB muscolari, ma subito ci siamo risposti che non sarebbe stato saggio, perché queste ultime hanno esigenze diverse e richiedono percorsi diversi.
Prima hai definito questa sfida ‘vinta’ quando abbiamo parlato del format ambizioso e selvaggio, ovvero balisaggio ridotto al minimo e autonomia dei concorrenti nell’orientarsi con il loro GPS. In che modo avete controllato che gli atleti fossero sempre al sicuro?
Abbiamo usato il sistema live ENDU. All’inizio ero stato criticato per questa scelta di obbligare i concorrenti a usare quasi esclusivamente le tracce del GPS, ma per noi la montagna è da vivere in questo modo, usando la testa e imparando a orientarsi. Noi abbiamo utilizzato il sistema live ENDU che ha funzionato davvero bene, a parte alcuni buchi di copertura che però sono congeniti alla Valle stessa. Sul campo gara invece abbiamo utilizzato il servizio di cronometraggio SDAM e direi che i due partner si sono interfacciati bene. Insomma, eravamo in una botte di ferro e i concorrenti hanno potuto godersi appieno questa avventura.
Quindi vantaggi per tutti: organizzatori e atleti.
Esatto. Avere il tracking ci ha permesso di monitorare tutti e un paio di volte, quando due persone non sono arrivate al checkpoint nel tempo previsto dalla proiezione del GPS, siamo subito partiti per cercarli (e li abbiamo subito trovati). Ma anche gli atleti erano tranquilli perché si sentivano monitorati. Quindi in tema di sicurezza tutti erano con le spalle coperte. In più il tracking ha permesso ai cronometristi di controllare la fedeltà dell’itinerario compiuto dai corridori.
Be’, immagino comunque che qualche preoccupazione pre-gara l’avrete avuta…
Eh sì e più di una! Prima di tutto la difficoltà tecnica dei percorsi ci impensieriva, unita alla mancanza di alternative in caso di difficoltà: in Valle d’Aosta, per passare da una valle all’altra, bisogna per forza scavallare un colle. Non è come sulle Dolomiti, dove ci sono altre strade.
Poi c’era la variabile meteo, che alla fine non è stato un problema, ma comunque avevamo già studiato percorsi più a valle in caso di nuvole basse.
Insomma, ricapitolando: 94 concorrenti e tutti i concorrenti in sicurezza, meteo top. Questa All Around eMTB Race Bosch ePowered è stato un vero successo. Ma qual è la particolarità di cui vai più orgoglioso, ciò che davvero ha fatto la differenza?
Non ho dubbi: lo spirito di squadra che aleggiava! Merito anche del campo che allestivamo ogni tardo pomeriggio, alla fine della tappa: una mega tenda di 150 metri. Devi sapere che io ho sempre amato il deserto e per tanti anni ho vissuto in Paesi con il deserto, oltre ad aver partecipato alla Parigi-Dakar. Nel deserto il campo base fa la differenza: un luogo quasi senza tempo, magico, dove si accende il fuoco e i concorrenti si aggregano, chiacchierano, si riposano. Tutti assieme. Il campo ha il merito di creare comunità, atmosfera, spirito giusto.
Inutile chiedere se ci sarà una All Around eMTB Race Bosch ePowered nel 2023, quindi vado già alla domanda successiva: cosa dobbiamo aspettarci l’anno prossimo? Format vincente non si tocca?
Non solo ci sarà una seconda edizione, ma anche una terza, dove magari aggiungeremo altre distanze (per ora c’è solo la half, composta da due solo tappe con partenza da Antey) e spero che presto diventi una gara esportabile altrove. Quello che posso anticipare è che per il 2023 seguirò il consiglio dei miei amici francesi e toglierò completamente il balisaggio: a quel punto farà fede solo la traccia GPS!
Tu che sei l’ideatore di questa gara, saprai bene quale sia la tattica giusta per vincerla o comunque per arrivare tra i primi. E immagino che la risposta non sia semplicemente ‘pedalare forte’, ma ci sia dell’altro…
Infatti questa è una gara che richiede tanta strategia. Il concorrente che ha vinto, Andrea Garibbo, ha usato la testa, perché bisogna sì guidare veloce, ma bisogna avere anche il tempo di guardare il GPS per non perdersi. Altra variabile: non spaccare la bicicletta. I terreni sono sconnessi e il rischio c’è. Poi bisogna essere coscienti che questa è una gara di endurance e non una gara sprint: ci sono 50 km da fare ogni giorno e le forze vanno dosate. Ma va dosata anche la batteria dell’eMTB, altrimenti non si riesce ad arrivare al checkpoint in tempo per ricaricarla. Insomma, chi ha vinto è riuscito a mettere insieme tutti questi elementi!
Foto: Morgan Bodet
Salvatore Radesco - 2022-08-09 08:16:20