I segreti per andare forte in salita

Abbiamo pedalato con David Van Orsdel per raccontarvi com’è uno scalatore. David è una delle figure più caratteristiche del ciclismo, il grimpeur è il più amato dai telespettatori in Tv.

Redazione ENDU

Uno sprinter e uno scalatore, la strana coppia. Lo sprinter sono io, lo scalatore è lui, David Van Orsdel, americano trapiantato in Italia con un passato da professionista. Oggi David è qui perché voglio parlarvi di com’è uno scalatore, una delle figure più caratteristiche del ciclismo, il grimpeur è il più amato dai telespettatori in Tv e il più temuto dagli amatori nelle granfondo e nei giri domenicali, colui che quando la strada si inerpica è a suo agio, apre il gas e vola.

Scopriremo chi è uno scalatore in tutte le sue particolarità: come è strutturato, come ragiona, come si allena, quali sono i suoi segreti e David ve li racconterà per prendervi i KOM dei vostri amici o migliorare i vostri personal best.

Una domanda tipica del ciclismo: scalatori si nasce o si diventa?

Beh, non c’è una risposta prettamente scientifica però è innegabile che certe doti si hanno e basta. 

Pensiamo a Marco Pantani, scalatore tra i più forti di sempre, Alberto Contador, Coppi e Bartali, Egan Bernal, Quintana e chi più ne ha più ne metta. 

Questi atleti hanno un’indubbia predisposizione per la salita, sono davvero corridori nati, la genetica conta eccome.

Dipende soprattutto dalle fibre muscolari di cui disponiamo.

Facendo un sunto molto veloce e senza andare in campo medico: Ci sono le “fibre rosse” a contrazione lenta che esprimono scarsa potenza ma alta resistenza all’affaticamento e quelle bianche, a contrazione più rapida, ideali per sforzi brevi e intensi. Io credo di avere prevalenza di fibre bianche mentre David, probabilmente, ha fibre rosse, da scalatore.

Contano poi altre caratteristiche come un valore molto alto di VO2max (il massimo consumo di ossigeno) e un’elevata soglia anaerobica.

Poi ovviamente, si può migliorare in salita anche se non si è dei draghi, successe anche a Miguel Indurain, forte passista e cronoman che perse qualcosina in pianura per migliorare in salita, terreno che gli serviva per vincere uno dei suoi 5 tour de France consecutivi.

Ma vediamo i segreti di uno scalatore.

SEGRETO 1 – IL PESO

Ca va sans dire, uno scalatore dev’essere magro! Avete mai visto uno scalatore sovrappeso? Difficile perché il peso in salita conta molto di più che in pianura.

Più aumenta la pendenza, più conta il peso.Più pesi e più watt consumerai per salire. Uno scalatore deve quindi saper contenere il peso prima di spendere migliaia di euro per una bici leggera.

Esiste un rapporto nel ciclismo, denominato rapporto peso/altezza, che definisce un po’ quello che è lo stato di forma di uno sportivo. Possiamo quindi dire che questo parametro ci permette di avere un’istantanea sulla nostra situazione attuale.

Questo rapporto, che non deve essere inteso come una regola universale, si calcola con una semplice formula matematica. Per calcolare questo rapporto basterà dividere il peso espresso in kg per l’altezza del ciclista espressa in cm.

Peso [kg] : altezza [cm] = rapporto peso/altezza

I ciclisti professionisti in genere hanno un rapporto che si aggira attorno allo 0,36, mentre i cicloamatori dovrebbero ambire ad un rapporto compreso tra 0,38 a 0,45. Questo è abbastanza ovvio se pensiamo al fatto che quando ci spostiamo in bici dobbiamo trasportare il nostro peso, a cui si somma quello della nostra bici. Per capire l’importanza di questo aspetto, basti pensare che in salita noi consumiamo circa 4 watt per ogni chilo. Questo dato ci può offrire un quadro davvero significativo su quanto sia per noi importante liberarci del peso in eccesso.

SEGRETO 2 – L’ALLENAMENTO SPECIFICO

SEGRETO 3 – LA CADENZA

70-80 pedalate al minuto per “salvare” la gamba. Non la “frullata” di Froome ma nemmeno la pedalata dura degli scalatori vecchio stampo.

Inoltre, altra domanda tipica: in salita meglio seduti o in piedi?

Su una collina breve ma brutale, uscire di sella potrebbe essere l’unica opzione. Tuttavia, per la maggior parte delle colline – e sicuramente per le salite lunghe e costanti – rimanere in sella è più efficiente dal punto di vista energetico. Stare in piedi per lunghi periodi (più di cinque minuti) costa più energia che stare seduti. Tuttavia, maggiore è l’intensità, meno negativo è l’alzarsi in piedi.

Questo dicono gli esperti. Bisognerebbe dirlo a Cadel Evans che ha vinto un tour praticamente pedalando sempre in piedi in salita! Anche in questo caso seguite l’istinto a meno che non siate pagati per correre.

SEGRETO 4 – CAPIRE QUANTO PUOI SPINGERE

Devi imparare quale livello di sforzo ti sembra sostenibile ed essere in grado di interpretare ciò che le tue gambe ti dicono. Devi essere in grado di percepire accuratamente il tuo livello di sforzo come strumento di stimolazione”, il che “significa che puoi sentire la tua strada durante una salita, capendo quando devi fare marcia indietro o andare avanti.

SEGRETO 5 – IMPARARE A SOFFRIRE!

Possiamo definire la fatica in tanti modi ma se vuoi un KOM in salita devi prepararti a soffrire molto, ad accettare la sofferenza prolungata, a gestirla,a convincerci.

Devi stare tanto in soglia e fuori soglia per migliorare sempre di più. Spingere, finirti, stremarti. Si dice no pain, no gain e la salita è l’essenza del ciclismo perché è fatica pura.


In collaborazione con Volkswagen Veicoli Commerciali

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commenti

Davvero interessante ma visto la mia età devo accontentarmi

Lino Brera - 2022-05-31 06:05:13

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