Dino Lanzaretti non è un solo un viaggiatore, ma un vero e proprio avventuriero. Ha varato il suo stile di vita ‘on the road’ parecchi anni fa, quando, dopo aver riflettuto sul senso dell’esistenza davanti a un cimitero, ha mollato tutto e ha comprato un biglietto di sola andata per il Messico. Dopo 48 ore aveva già capito che aveva fatto la scelta più azzeccata della sua vita e da allora non si è più fermato, conducendo una vita da nomade, semplice ma ricchissima di emozioni ed esperienze.
Un giorno, però, sempre casualmente, ha scoperto la sua compagna di viaggio perfetta: la bicicletta.
Da lì in poi questo nuovo modo di viaggiare lo ha accompagnato per migliaia di chilometri in tutto il mondo, spesso alla ricerca delle cose più estreme, dove la natura si fa sentire nella sua essenza più selvaggia: Tibet, Siberia, Sud America, e Islanda, il viaggio che ci presenta in questa intervista.
Dieci giorni di attraversamento dell’isola, che si traducono in 680 km e 5500 m di dislivello, dove lo stupore è il sostantivo che fa più eco a ogni pedalata. Partenza da Reykjavík fino alle colline verdeggianti del Landmannalaugar,  salendo sull’altopiano desertico delle Highlands, tra ghiacciai e vulcani. 

Per Dino, viaggiare è la cosa più vicina che esista all’immortalità. Ogni giorno è diverso da un altro, il tempo si dilata. Quando si incontrano persone, si imparano punti di vista differenti, perché viaggiare non è spostarsi, ma imparare giorno per giorno. E questa filosofia del viaggio ha potuto delinearsi grazie a quel fatidico giorno di tanti anni fa, quando Lanzaretti ha deciso di mollare tutto e fare il primo passo. Perché, come dice lui, ‘la fatica più grande di un viaggio sta solo nel primo passo da fare per varcare l’uscio di casa’. 

In collaborazione con Volkswagen Multivan Hybrid