Raffaele alla Maratona di Torino. Cronaca di un personal best

Raffaele alla Maratona di Torino. Cronaca di un personal best

Laura Ugolotti

L’impegno, il sacrifico e la determinazione pagano sempre. A volte anche più di quanto possiamo sperare. Per preparare la sua ottava maratona, quella di Torino, Raffaele Scaraia si è allenato molto durante l’estate, anche a Ferragosto. Ha tenuto duro e il cronometro, al traguardo, gli ha dato ragione: 2h55’58’’. Gli abbiamo chiesto com’è andata. Raffaele, 2h55’58’’ […]

3 Novembre 2017

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L’impegno, il sacrifico e la determinazione pagano sempre.
A volte anche più di quanto possiamo sperare.
Per preparare la sua ottava maratona, quella di Torino, Raffaele Scaraia si è allenato molto durante l’estate, anche a Ferragosto. Ha tenuto duro e il cronometro, al traguardo, gli ha dato ragione: 2h55’58’’.

Gli abbiamo chiesto com’è andata.

Raffaele, 2h55’58’’ alla Maratona di Torino. Ti aspettavi un risultato così?
Assolutamente no. Sapevo di essermi allenato bene durante l’estate e di poter fare un buon tempo. Puntavo a stare sotto le 3 ore, ma pensavo 2h59’, 2h58’’.

Quando hai tagliato il traguardo e hai visto il cronometro ufficiale?
Non ci volevo credere. Mi sono detto: “L’ho fatto davvero?”

Raffaele Scaraia Maratona di Torino

Per Raffaele quella di Torno non è stata la prima maratona. Il suo esordio sulla 42 km è stato a Milano, nel 2014: 3h48’’.
Correvo da poco, da meno di un anno, e per me la prima maratona è stata una sfida.
Mi sono avvicinato al mondo del running dopo anni di panchina in una squadra di calcio. Non mi piaceva l’idea di non poter giocare. I primi chilometri sono stati uno sfogo e anche un modo per impegnare il tempo libero, per non annoiarmi.
Abito in collina, quindi mi sono misurato fin da subito con salite, discese e soprattutto con le lunghe distanze. All’inizio mi allenavo sempre da solo: uscivo, facevo i miei chilometri e tornavo a casa. Poi Luigi Pasini, un amico, mi ha convinto a passare all’agonismo. Sono arrivate le prime gare provinciali, prima tesserato Uisp e poi Fidal, con la maglia della Cittadella 1592, la squadra che mi ha accolto e per cui ancora oggi corro.
Nella mia testa c’era l’idea di provare a fare una maratona. Era una sfida personale, volevo vedere se sarei riuscito a finirla. E così è stato, per la prima volta a Milano.
Poi ne sono seguite altre: Firenze, che però non andò benissimo, Roma, Venezia, ancora Milano, poi la Parma Marathon, nel 2016 e, in primavera, Ferrara. Poi, pochi giorni fa, Torino.
Il mio desiderio è girare l’Italia facendo maratona, vedere ogni volta città che non conosco.

Raffaele Scaraia Maratona di Torino

A Torino com’è andata?
Meglio di quanto sperassi. Rispetto alle altre maratone forse mi sono allenato meglio o comunque ho aumentato il chilometraggio durante la preparazione e questo evidentemente è servito. La sera prima non sono stato bene e se volete in consiglio: non mangiate le castagne prima di una maratona!
Mentre mi addormentavo, ho temuto che questo potesse vanificare mesi e mesi di allenamento. Invece, per fortuna, tutto è andato per il meglio: quando mi sono svegliato stavo bene e non ho avuto problemi nemmeno durante la gara. A parte i crampi.

I crampi, un classico. Però eri partito bene, no?
Sì. Dopo lo start mi sono affiancato al palloncino delle 3 ore. Volevo provare a stare al loro passo e l’ho fatto per il primo mille. Poi, paradossalmente, ho capito che stavano andando anche troppo piano, che quello non era il mio ritmo. Sentivo di avere il freno a mano tirato e che avrei potuto allungare senza problemi. Certo, è stato un rischio, ma in quel momento le sensazioni erano buone e mi dicevano di accelerare, non volevo correre al risparmio. Sapevo che non sarebbe stato facile tenere i 4’10’’ per 42 km ma ce l’ho fatta e, ti dirò, in alcuni momenti sono anche andato molto più forte.

Raffaele Scaraia Maratona di Torino

Peccato per quei crampi…
Sì, mi hanno un po’ spezzato il ritmo, anche perché si sono presentati per ben tre volte. Venivano e passavano, poi tornavano. In quei momenti ho avuto paura di dover rinunciare, temevo di non riuscire ad arrivare al traguardo: il pensiero ti viene. Invece ho stretto i denti e a quel traguardo ci sono arrivato eccome!

Cosa hai pensato dopo la finish line?
Ero incredulo per il tempo. E ho pensato che quella non sarebbe stata la mia ultima maratona. Infondo ho iniziato a correre maratone come sfida personale, pensando sempre e solo a finirla, senza mai avere degli obiettivi di tempo precisi. E’ ancora così, anche se adesso il tempo è migliorato.

Raffaele Scaraia Maratona di Torino

Quindi ti vedremo ancora alla partenza di una 42 km?
Certo. Amo questa distanza. E’ tanto impegnativa quanto emozionante, dalla partenza fino all’ultimo metro. Tutti consigliano di fare due maratone all’anno: è un consiglio che fino ad oggi ho sempre seguito e continuerò a farlo.

Sai già quale?
Non ancora. Mi piacerebbe tornare a Roma, per migliorare il tempo, ma ci sono anche altre città che vorrei vedere. Ci penserò su, per la prossima primavera. Intanto mi dedico al recupero!

 

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