La tecnica dell’approccio positivo negli sport di endurance
Ci sono emozioni nella vita che non ti dimentichi facilmente. C’è il primo bacio, la prima delusione d’amore, la prima sbronza, la volta in cui riesci a dire “ti amo” con il cuore e non con gli ormoni…e, per chi come me vive di corsa, si sa…la prima gara non si scorda mai. Nel Marzo del […]
Ci sono emozioni nella vita che non ti dimentichi facilmente. C’è il primo bacio, la prima delusione d’amore, la prima sbronza, la volta in cui riesci a dire “ti amo” con il cuore e non con gli ormoni…e, per chi come me vive di corsa, si sa…la prima gara non si scorda mai. Nel Marzo del 2012 a Milano affrontavo la mia prima mezza maratona : la Stramilano. A distanza di tre anni ho collezionato decine di mezze maratone a volte migliorandomi altre no, ma quando la sera prima della gara preparo la mia borsa con meticolosa attenzione, al pensiero dello sparo di partenza il mio cuore fa una cosa di questo tipo..SBAMMM!! Ed è in quel preciso momento che capisco che la corsa per me sarà sempre una grandissima emozione positiva… ogni volta come fosse la prima volta!
E’ anche vero però che a volte ci si imbatte in una “fatica mentale” (che io stessa ho provato più volte sulla mia pelle) che ci costringe ad uno stop da allenamenti e gare. Per affrontare al meglio allenamenti e competizioni è quindi necessario avere un approccio positivo, ma non sempre è facile. Bisogna cercare di rendere lo sviluppo di tale approccio, come la corsa, un allenamento continuo: spostare il negativo, vedere positivo, stoppare i pensieri neri, far avanzare solo quelli chiari. Mano a mano, ciò che sembra uno sforzo diventa naturale. L’atleta scopre che ha imparato a pensare positivo. E siccome il pensiero positivo è “contagioso”, senza rendersene pienamente conto, l’atleta comincia ad insegnare a pensare in positivo a chi sta accanto a lui. Questa è la migliore prova che la tecnica è stata compresa, accettata e praticata.
Oltre alla tecnica del pensiero positivo, per approcciare meglio il nostro sport preferito, ci posssiamo aiutare anche con quella della visualizzazione. La visualizzazione può essere definita la rappresentazione immaginativa del programma e delle singole sequenze motorie da eseguire nei diversi momenti della gara. Questa tecnica, partendo da una base di rilassamento, guida gli atleti nella rappresentazione mentale di immagini visive dapprima semplici ed in seguito complesse; si procede quindi all’inserimento progressivo di stimoli immaginativi acustici, tattili, cinestetici, olfattivi, favorendo il progressivo sviluppo di una capacità immaginativa polisensoriale ed immersiva.
La disciplina che studia queste tecniche di approccio mentale allo sport è la Psicologia Sportiva ossia lo studio dei fattori mentali e psicologici che influenzano e sono influenzati dalla partecipazione e dalla prestazione nello sport. Io ho trovato giovamento da queste tecniche e spesso le utilizzo durante i periodi di “carico” o i giorni precedenti una gara perchè, per come interpeto io la corsa, la mente è lo strumento più potente che possediamo… al termine di ogni competizione ho un pensiero ricorrente: aver tagliato il traguardo prima con la testa e poi con le gambe!
Foto: Hans Christiansson / Shutterstock.com
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