Salomon speedcross 5 vissute da “outdoorer”
Premetto che sono uno sportivo multi disciplina, non un atleta; mi definisco piuttosto un “outdoorer”, ossia uno qualunque a cui piace vivere all’aria aperta ma che per necessità lo può fare non come vorrebbe e per questo vive i momenti che gli sono concessi gustandoli al massimo. Per intenderci; non sono preparato per affrontare quella prova, ma la faccio lo stesso, lo faccio per me, lo faccio con quello che ho!
Aperta la scatola, ho visto un paio di scarpe da trail running con la forma accattivante, quasi aggressiva.
La suola con tacchetti a forma di rondine distribuiti su tutta la superficie ma ben distanziati fra di loro e con versi opposti nella parte anteriore rispetto a quella posteriore della suola . Le ho calzate senza togliere l’etichetta per provare il numero, anche se sapevo già che era quello giusto.
La sensazione è stata subito ottima, quasi di indossare un calzino avvolgente e una volta allacciate, una sensazione di completa protezione del piede nonostante la loro indiscutibile leggerezza. Posizioni i lacci in disordine nel comodissimo taschino sulla linguetta e subito partiamo di corsa lenta in discesa per una strada di porfido per poi percorrere un paio di chilometri sull’asfalto.
La scarpa mi è parsa molto comoda e nemmeno troppo ammortizzata come mi sarei aspettato. Abbiamo poi imboccato un tratto di sentiero di bosco inizialmente in salita dove si passava da tratti di morbido sottobosco a pietraie instabili per poi scendere sulla stessa tipologia di terreno passando tratti fangosi e prati bagnati per ritrovarci poi nuovamente a casa. I miei piedi erano i meno stanchi di tutto il resto del corpo.
Alla domanda del mio amico di come mi ero trovato ho risposto solamente: bene!
Mi sembrava prematuro fare una recensione verbale dopo solo poco più di un’ora di prova. Il giorno dopo ho avuto ancora la possibilità di indossare nuovamente le Speedcross utilizzandole per più di 4 ore continuamente fra tratti di corsa e di camminata su strada bianca di ghiaia, ripide salite su terreno boschivo, discese su pendii erbosi bagnati, sentieri sassosi e fangosi e piste di neve in disgelo.
Le ho provate nuovamente dopo dieci giorni sempre sulla stessa tipologia di terreno per altre 2 ore continuative ed infine oggi percorrendo 1700m di dislivello con salita e discesa su ripido sentiero di bosco misto pietraia. Adesso credo di poter definire consolidate le mie sensazioni su queste scarpe.
La calzata è sempre stata molto comoda in ogni situazione e il piede non ha mai risentito di alcun stress indipendentemente dalla tipologia di terreno. Il confort è massimo anche con il piede sudato o bagnato, ma quello che mi ha stupito di più è stata l’eccezionale aderenza su ogni tipo di terreno. In particolare nelle discese, indipendentemente dalla pendenza, il passo è sicuro e questo permette di affrontarle con minor stress e tensioni muscolari riducendo di molto la fatica fisica e psichica.
Nelle salite ripide poi su terreni ghiaiosi o poco compatti, il fatto di non perdere aderenza fra un passo e l’altro ti permette di non demoralizzarti quando il cuore ti sta uscendo dalla gola e i polpacci bruciano. Spero che il mio amico non sia invidioso delle sensazioni che ho provato con le Speedcross 5!
In fondo penso di averle trattate come si meritano.
Comunque lo ringrazio perché ho capito che pur essendo un “outdoorer”, una scarpa non vale l’altra…
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