Ogni runner dovrebbe prendersi cura del piede!

Ogni runner dovrebbe prendersi cura del piede!

Andrea Toso

I piedi sono i nostri mezzi di locomozione ed allenamento: prendersi cura del piede è un modo per evitare spiacevoli fastidi, da vesciche a taglietti.

13 Maggio 2021

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Micol Ramundo nel video di ENDUchannel school of… ci ha spiegato come rinforzare i piedi, un pensiero lo dedichiamo alla cura del piede, che per i runners e soprattutto per i triathleti sono messi spesso sotto stress estremo.

Chi usa i piedi come mezzo di locomozione, che sia per sport, per lavoro o per turismo deve prendersene cura, scegliendo le scarpe più adatte, ma soprattutto evitando per quanto possibile danni da incuria.

Quando si faceva il militare, chi vi scrive prestò servizio nel Corpo degli Alpini, durante i CAR avanzato veniva dedicata una mattinata a spiegare la necessità della cura del piede, tema che per ventenni lontani da casa poteva passare in secondo piano, c’è poco da dire! Il concetto fondamentale che si imparava è che cura del piede era, ed è per noi sportivi, uno atto irrinunciabile per poter proseguire il proprio viaggio, che sia una marcia di diversi giorni con zaino e tenda sulle spalle, o sia, come nel nostro caso, l’avvicinamento e la preparazione ad una gara.

Un mantra lanciato di un’azienda per la linea di scarpe protettiva era “non lasciare che la corsa ti impedisca di correre”, e forse in questo concetto possiamo inserire anche la cura del piede.

Senza entrare nel concetto elegante di pedicure, andiamo ad elencare quali possano essere i principali problemi che si possono presentare in assenza della cura del piede.

Partendo da uno dei fastidi più comuni per i runners principianti, le vesciche sono un fastidio enorme che si va a manifestare non solo nel fastidio immediato della bolla, più o meno grande, ma si può ripercuotere a salire sulle gambe: per evitare di sentire il fastidio causato dalla frizione alla bolla con la corsa nella nostra normale postura, modificheremo questa, andando a scombussolare la nostra abituale dinamica di corsa, con potenziali infiammazioni a tendini di caviglie, ginocchia e così via. La prevenzione passa ovviamente dalla cura del piede, dalla cura dei materiali, alla buona allacciatura per ridurre al minimo la frizione tra calzino e scarpa.

la cura del piede

Già, ma i triathleti di brevi distanze come sprint e olimpico, spesso gareggiano, e di conseguenza si allenano senza calzini. Per arrivare a percorrere le distanze necessarie in gara, sarà buona tutela avvicinarsi progressivamente, provando e riprovando la scarpa che si vuole adoperare, utilizzando talco per lisciare il più possibile eventuali punti di frizione.

Collegato all’accoppiata calzini scarpe c’è anche la salute delle unghie dei piedi: una misura troppo piccola della scarpa, come pure troppo grande può causare urti alle unghie che si anneriscono e si perdono, rovinando sia il look estivo in spiaggia, e creando, più che altro, fastidi durante la corsa. In questo caso torna il discorso allacciatura come anche per le vesciche, le scarpe vanno legate bene, specialmente sull’ avampiede. Parlando di unghie nel prendersi cura del piede, si passa anche per la lunghezza di queste, da regolare con continuità, eliminando i bordi taglienti con il lavoro di una limetta.
Anche tagliare l’unghia troppo corta può creare problemi, dato che il primo scopo per cui l’abbiamo è di protezione.

la cura del piede

Un’altra piccola cura del piede, che vale sia d’inverno che d’estate, è cambiarsi le calze appena finito allenamento o gara. Come sappiamo le calze fanno da deposito finale del sudore che cola, e se d’inverno viene abbastanza immediato per tornare in temperatura, d’estate tenere i piedi umidi potrebbe dare la sensazione di freschezza, ma tornare all’asciutto il prima possibile è un bene per allontanare fastidi quali funghi o un’extra rovina della pelle, che già mettiamo parecchio alla prova con la nostra passione.

Piccole cure per evitare fastidi maggiori, in fondo nell’endurance la bravura sta nel ridurre i rischi che si potranno incontrare uno dopo l’altro.

Photo by Jan Romero on Unsplash

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