Concentrati sul tuo obiettivo

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Il Turbolento

La sequela di tabelle per la preparazione che si può trovare in ogni angolo del web sembra non finire mai: si va da quelle dell’esperto a quelle del principiante, dal santone al super tecnico che però non ha mai corso, fino all’ortopedico secondo il quale per preservare le tue ginocchia fino 100 anni non dovresti […]

30 Giugno 2015

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La sequela di tabelle per la preparazione che si può trovare in ogni angolo del web sembra non finire mai: si va da quelle dell’esperto a quelle del principiante, dal santone al super tecnico che però non ha mai corso, fino all’ortopedico secondo il quale per preservare le tue ginocchia fino 100 anni non dovresti correre mai… e magari te lo dici dopo la terza sigaretta in un quarto d’ora.

Come già sostenuto in precedenza su questo blog, credo che ognuno debba innanzitutto conoscere bene il proprio corpo e magari, anche prendendo spunto da altre tabelle, modellarsi quella adeguata a sé stesso. Quando ho cominciato a correre pensavo che in fondo fosse proprio il tipo di allenamento che avevo in programma a determinare che competizioni potessi tentare. Magari correvo 15 km a settimana e mi dicevo “domenica provo una 8km”. Col passare del tempo però non è stata più la corsa fine a sé stessa a darmi piacere. Ho iniziato ad ambire a realizzare imprese che non mi sembravano raggiungibili. La maratona è stata una di queste. Poi aumentando il chilometraggio sono aumentate anche le mie ambizioni tanto da surclassare il vero piacere della corsa, che forse non si dovrebbe perdere mai.

Lasciando l’asfalto per passare ai trail mi sono riavvicinato al puro piacere, senza però dimenticare le mie ambizioni, che col tempo sono cambiate. Credo che proprio qui stia il nocciolo della questione per chi fa endurance: l’obiettivo non va mai perso di vista. Può essere un obiettivo temporale, o come spesso capita a me semplicemente quello di portare a termine una competizione molto lunga, comunque non importa: è solo avendo chiaro dove si vuole arrivare che ci si può riuscire. Ecco quindi che i nostri allenamenti devono essere mirati e indirizzati verso il nostro obiettivo ultimo.

Se oggi confrontassi i tempi che facevo anni fa su una mezza maratona avrei di che essere sconfortato, ma sarebbe assolutamente da idioti, visto che i miei obiettivi di quest’anno vanno dai 43 ai 140km… Quindi che importanza può avere se ho perso 5 minuti in una mezza quando dovrò correre tra le 7 e le 40 ore? Inoltre aver ben chiaro quale sarà il fine ultimo del nostro penare (perché, diciamocelo, a volte è bello anche stare a grattarsi sul divano…) e che ci fa uscire quando piove o nevica, all’alba o la sera tardi solo per allenarci, sarà quello che ci permetterà di attingere a tutte le nostre risorse, raschiando il barile della nostra riserva di energia pur di raggiungerlo.

Per chi fa endurance e per chi fa ultratrail un gran fisico non basta (di certo essere fisicamente al top aiuta molto), serve anche e forse sopratutto una grande forza interiore, una motivazione che si sobbarca le tue difficoltà e ti traina fino all’arrivo. Quindi prepariamoci, concentriamoci e fissiamo il nostro obiettivo. E puntiamo in alto perché sognare non costa nulla e il ritiro, nel caso non ne avessimo proprio più, non è un disonore.

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