Manteniamo la calma. Sport e virus, cosa fare
Sport e virus, che sport posso praticare in questo periodo? La risposta fondamentale è una: mantenere la calma!
Abbiamo respirato a fondo e ci siamo calmati? Non stiamo andando in guerra, ci si sta chiedendo un po’ di buonsenso civile e ridurre il contatto con i nostri amici, e se mi stai leggendo hai una connessione internet, per cui il contatto con loro lo puoi mantenere comunque: via telefono, whatsapp, telegram, skype, e simili.
Non potremo farci l’aperitivo, non potremo mangiare fuori, poco male, staremo mettendo via euro per la nostra prossima bici, per la maratona di New York, per il corso intensivo di nuoto (io!!!) e ci riscopriremo cuochi, scopriremo che il nostro divano non scotta poi tanto, che il riposo è un elemento fondamentale dell’allenamento.
Se abbiamo la fortuna di poter lavorare da casa avremo maggior tempo da dedicare ai nostri figli e ai nostri compagni, sarà dura sicuro, ma cresceremo anche in questo, la forza nell’endurance è quella mentale ancor prima che bracciate perfette ed efficienti, watts da sbuffare via dalle gambe e resistenza veloce nella corsa, è la testa che ci porta ogni volta al traguardo!
Quindi calmi, stiamo calmi.
E allenarci? possiamo?
Si possiamo. Anzi potre(m)mo: solo le piscine purtroppo sono chiuse, ma con buonsenso possiamo allenarci, in casa e un po’ fuori.
Per il nuoto magari possiamo salvarci con un paio di allenamenti a settimana a secco, con elastici, kattlebell ed esercizi a corpo libero, utili per sviluppare la forza e tornare in piscina preparati per riprendere i propri allenamenti.
Sport e virus: Importante! Il buonsenso dice che dobbiamo azzerare il rischio di contagio per quanto possibile, quindi girare poco e possibilmente senza rischiare di mettere a rischio qualcun altro o noi stessi, e se prima il rischio di cadere in bicicletta poteva essere tollerabile per un certo numero di posti letto disponibili (io vi ricordo che sono quello che si è rotto 5 costole in bici andando in zona cambio prima della gara…) adesso quelle degenze DEVONO essere dedicate a chi ha contratto questo maledetto Coronavirus o Covid 19, quindi qualsiasi cosa ci succeda, da un punto di sutura ad un ricovero per trauma cranico non è detto venga gestito come siamo abituati in condizioni normali, e non è neanche detto che ci sia un respiratore artificiale per noi in ospedale.
Quindi anche se vediamo ciclisti per strada, il Decreto Ministeriale dice di non uscire in bicicletta se non per lavoro e dato che in pochi siamo atleti di interesse mondiale o olimpico, (ciao Ale Fabian) è necessario stare a casa per azzerare i rischi, magari salviamo due vite: la nostra e quella di un contagiato da Coronavirus.
In bici ci torneremo il 4 Aprile SE saremo stati TUTTI, (ripeto!) TUTTI ligi ai nostri doveri, senza aggredire i diritti del prossimo, ma credo che nessuno dei malati sia andato a leccare una maniglia su cui aveva starnutito un altro malato, no? Quindi gli altri siamo noi, come sempre.
In questo caso SNIFF HAPPENS…
E possiamo correre, possiamo camminare?
Si possiamo! Il buonsenso quanto il decreto ci chiede di farlo da soli, senza gruppi di allenamento, senza chiacchiere in compagnia, o almeno mantenendo la “droplet distance” che è di un metro, ma per fare le cose “fatte bene” stiamo da soli, corriamo partendo da sotto casa, senza prendere l’auto, senza cambiare comune violando questa legge imposta per tamponare l’incuranza italiana: mentre noi sportivi (mediamente più sani) abbiamo rinunciato a due mesi di gare, altri sono scappati da Milano al momento della comunicazione della “zona rossa”, altri non hanno ridotto la vita sociale affollando locali come se fossero giorni qualsiasi.
Beh non siamo in giorni qualsiasi, facciamo tutti qualche rinuncia per tornare il prima possibile alla normalità, far ripartire non solo il nostro amato sport, ma l’economia quotidiana, il turismo, il divertimento, la VITA.
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