Team Hoyt: c’è qualcosa di più grande della motivazione?

Team Hoyt: c'è qualcosa di più grande della motivazione?

Redazione ENDU

Quando parliamo di sport di endurance, mettiamo spesso l’accento sul tema della motivazione: “qual è la motivazione per affrontare imprese sportive” che appaiono oltre le nostre possibilità? “Dove trovi la motivazione per allenarti così tanto?”

7 Marzo 2016

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Quando ho sentito parlare per la prima volta del Team Hoyt ho capito che c’è qualcosa di più grande della motivazione…

Nella maggior parte dei casi si tratta di una sfida con se stessi: vogliamo vedere fino a che punto possiamo arrivare, vogliamo dimostrare a noi stessi che possiamo superare i nostri limiti.

Qualche volta però c’è qualcosa di più

A volte la sola motivazione non sembra sufficiente per spiegare come si possa affrontare una fatica così grande.

Il Team Hoyt

Il Team Hoyt è composto da sole due persone: da Dick Hoyt e da suo figlio Rick.

Dick e Rick sono gli Ironman finisher più speciali del mondo. Perché?

Perché Rick, pur essendo affetto da una grave forma di disabilità (paralisi cerebrale infantile) partecipa con suo padre Dick alle gare più impegnative, come maratone e Ironman.

Papà Dick lo porta con se adagiato su un canotto nel nuoto, su un speciale sedile montato sulla sua bici e spingendolo su una carrozzina nella frazione di corsa.

La storia di Rick

Team Hoyt

Team Hoyt

La disabilità di Rick normalmente comporta uno stato vegetativo; ma, fin dalla nascita, i suoi genitori non si sono arresi.

Con un’enorme perseveranza, lo hanno aiutato a sviluppare capacità che erano considerate fuori dalla sua portata, come comunicare, compiere piccoli movimenti, e studiare.

Le capacità di Rick si svilupparono tanto che riuscì a laurearsi alla  Boston University: ora Rick lavora come ricercatore e progetta sistemi per permettere alle persone con disabilità di comunicare.

Yes You Can!

Ma la storia di Rick, già di per se straordinaria, si è arricchita ancora di più grazie all’incontro con lo sport.

Rick, guardando lo sport in televisione con il padre, si rivelò molto curioso e appassionato, e così suo padre Dick iniziò ad allenarsi per partecipare a delle gare con il figlio.

La prima partecipazione fu un’esperienza rivoluzionaria per Rick, che per la prima volta potè vivere un evento insieme a tutti gli altri, “superando” la disabilità.

Papà, quando corriamo insieme non mi sento più un disabile!

Questa frase fu la scintilla che fece scoccare nel cuore di papà Dick un sogno incredibile.

Dick inizio ad allenarsi duramente per donare al figlio la possibilità di partecipare alle gare più belle.

Da allora, Rick e Dick – il cui motto è chiarissimo: “Yes You Can!”  – hanno partecipato insieme a oltre mille gare tra maratone e triathlon (tra cui 6 Ironman).

C’è qualcosa di più grande della motivazione del Team Hoyt?

Questa storia mi ha fatto pensare a quanto lavoro, quanta dedizione, quanta fatica un’uomo può affrontare e sopportare per fare un dono al proprio figlio, per fargli vivere qualcosa di bello che altrimenti non potrebbe…

Io credo di sì, che ci sia davvero qualcosa di più grande della motivazione che ci fa sfidare se stessi: è l’amore.

La storia di Dick e Rick è stata per me di grande ispirazione. Mi ha fatto riflettere sul fatto che, per amore, possiamo affrontare fatiche che altrimenti eviteremmo.

La gravità della disabilità di Rick, e la grandezza delle imprese di papà Dick, non deve però farci credere che questa storia non abbia niente a che fare con la nostra quotidianità.

Anche noi, ogni giorno, dobbiamo affrontare fatiche e ostacoli più o meno grandi.

Lo sport ci ha insegnato la dedizione e la resilienza, ma credo che l’amore sia quell’ingrediente magico in più, che ci da l’opportunità di nobilitare le nostre fatiche.

Se le nostre fatiche servono a donare gioia a qualcuno, valgono molto di più.

 

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