Pronazione perché non dobbiamo considerarla un difetto?

Pronazione perché non dobbiamo considerarla un difetto?

Andrea Toso

La pronazione del piede consiste nella rotazione fisiologica del piede verso l’interno mentre si cammina o si corre per ridurre la tensione articolare. Si tratta di un movimento naturale che aiuta i piedi ad ammortizzare l’impatto con il terreno. Il movimento contrario si chiama supinazione.

23 Gennaio 2020

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Chiariamolo subito quasi fosse una battuta: la pronazione non è una malattia da curare. Non bisogna vergognarsi di essere pronatori e di andare in un negozio specializzato running a chiedere scarpe con un supporto mediale.

Da Wikipedia: La pronazione del piede consiste nella rotazione fisiologica del piede verso l’interno mentre si cammina o si corre per ridurre la tensione articolare. Si tratta di un movimento naturale che aiuta i piedi ad ammortizzare l’impatto con il terreno. Il movimento contrario si chiama supinazione.

Si ha pronazione neutra nel momento in cui durante la camminata o corsa il piede non tende né verso l’interno né verso l’esterno.

Ci siamo?

Da qui possiamo partire a ragionare sulla pronazione come normalità.

Semmai un eccesso del movimento può diventare usurante, arrivando a definire questo status “iper pronazione”.

Quando si corre generalmente l’appoggio inizia con il contatto della parte posteriore esterna, che impatta per circa il 25% della durata dell’azione. La fase intermedia che dura circa il 40% è quella in cui si rende necessaria la pronazione, il meccanismo di ammortizzazione naturale citato poco sopra.

Ovviamente in questo momento dall’esterno della suola si va a pesare inevitabilmente sull’interno della stessa, tant’è che anche le scarpe neutre hanno spesso un rialzo sul falso del piede per rafforzare l’effetto ammortizzante. Da qui si passa alla spinta, e data la forma del piede e dalla disposizione delle dita è inevitabile una rotazione del piede verso l’esterno ed un nuovo spostamento verso l’esterno, investendo il restante 35% del tempo fino ad andare nella fase aerea.

Nella fase intermedia si può evidenziare l’eventuale iper pronazione, ossia se avvenisse un cedimento eccessivo del piede verso l’interno è il caso di valutare se e quanto intervenire.

Esistono infatti diversi livelli di supporto nelle scarpe, i brand hanno quasi sempre almeno un paio di modelli in collezione che possano regalare il sostegno necessario, la famiglia viene definita quella delle Scarpe Stabili.

Questo sostegno viene in genere donato da una mescola più rigida nella zona di cedimento del piede, e a seconda dello spessore e della lunghezza se ne avrà maggiore o minore; la filosofia di questi inserti sta nel fatto che quando la suola cederebbe per ammortizzare esaltando la fase di iper pronazione, la gomma più rigida limiti il movimento sostenendo il piede, e portando più velocemente alla fase di spinta. Una soluzione utile in molti casi, ma se si avesse il piede piatto potrebbe dare fastidio un supporto eccessivo e la scarpa creare un fastidio sgradito. La soluzione potrebbe essere in una scarpa neutra con un plantare che dia sostegno senza premere sulla fisiologia del piede, se si fosse fortunati si potrebbe anche provare uno pre-stampato senza necessariamente doversi rivolgere a un centro che ne crei uno personalizzato.

Il proprietario di una azienda di plantari che ho consciuto mi spiegava che pur facendo lavori per campioni, come all’epoca Bargnani ed altri fenomeni del basket e pallavolo, l’esigenza di supporto è unica per qualsiasi tipo di piede, dal portatore di handicap all’atleta. Certo gli stampi over 50 di piede non esistono al che gli toccava farne a prescindere! Un punto di vista interessante.

Se ci si reca in un negozio specializzato ancor prima che parlare di ritmi e distanze previste, sarà utile un’analisi dell’appoggio, che necessariamente va fatto in movimento, quindi in un tapis roulant. Se si possedessero delle scarpe già usate un bravo consulente può studiare l’usura vedendo a secco come sia la meccanica di corsa che sarà molto più presente sulla parte interna della suola nel caso ci sia un eccesso di pronazione.

Se in fase di consulenza venisse proposta una scarpa stabile, chiamata altresì A4 con le vecchie classificazioni, non preoccupatevi, non sono scarpe differenti dalle altre, il peso non sarà così diverso dalle ammortizzate, e addirittura esistono diversi tipi di scarpe intermedie che presentano supporto mediale, utile anche a chi non proni. Tra l’altro per principianti con appoggio neutro over 85 kg  può essere molto utile utilizzare scarpe con supporto mediale per aiutare la muscolatura nei primi periodi.

D’altra parte se Stefano Baldini usa da sempre anche scarpe con supporto mediale, chi siamo noi per ritenerci esenti da un possibile vizio di appoggio?!?

 

 

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Articolo esaustivo che ha sfatato vecchi tabù

Daniele Trezza - 2020-01-25 12:25:55

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