Watt, numeri, scienza… Ma le sensazioni?

Watt, numeri, scienza... Ma le sensazioni?

Angelo Furlan

In un mondo sempre più sottomesso alla tecnologia come quello del ciclismo, c’è ancora spazio per le sensazioni? È ancora utile fare allenamenti senza guardare il computerino?

5 Maggio 2023

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Si vede tutti i giorni come la tecnologia nel ciclismo stia avanzando e come la ricerca della performance sia diventata maniacale sia tra i professionisti ma anche tra quei cicloamatori che ricercano le prestazioni o guardano sempre la classifica alla fine di una gara. Aggiungiamoci anche che oggigiorno le informazioni e le conoscenze tecniche, un tempo a beneficio di pochi tecnici, sono presenti tranquillamente sul web, a disposizione di tutte e tutti. 

Cardiofrequenzimento e misuratore di potenza

Scegliere e orientarsi tra tutti questi metodi d’allenamento e questo abnorme quantitativo  di nozioni non è facile, la ‘tecno-bici-mania’ dilaga, e una delle frasi più diffuse è: ‘da  quando ho acquistato il misuratore di potenza, non guardo più i battiti e ho buttato via il cardiofrequenzimetro’.
Sappiamo benissimo di quanto l’introduzione dei metodi scientifici e del misuratore di potenza, unitamente allo studio del modello di prestazione delle gare abbiano favorito miglioramenti incredibili nel ciclismo, soprattutto nella quantificazione dei volumi d’allenamento o nella proiezione delle prestazioni dei ciclisti. Basti pensare che i preparatori, conoscendo le potenze critiche che i ciclisti possono mantenere per lungo tempo, sono in grado di prevedere i tempi di percorrenza delle cronometro o le strategie ideali, fornendo agli atleti i valori di cadenza e potenza da tenere in una determinata salita per un determinato periodo. 

Ma le sensazioni non contano più nulla?

A mio avviso sono ancora molto importanti e saper ascoltare il proprio corpo fa ancora un’enorme differenza.
Oggi voglio condividere con voi un allenamento estemporaneo per raggiungere il nirvana del ciclismo, un piccolo stratagemma che usavo in carriera, un’abitudine tramandata dai professionisti di lunga esperienza che vi porterà a valorizzare il vostro allenamento. 

Siamo sempre abituati ad avere i nostri valori di allenamento o la nostra tabella, e guardare  il computerino da bici per stare nel range desiderato. Proviamo invece a invertire le cose, ovvero migliorare la nostra percezione

  • dovendo fare una ripetuta in salita (che da tabella, ad esempio, deve essere a 250 watt e 80 pedalate): posizionarsi in quelli che secondo noi sono 250 watt e 80 rpm e fare il contrario, ovvero guardare ogni tanto il misuratore di potenza per controllare se le nostre sensazioni corrispondono con quello che dice il display.
    Se utilizziamo solo il cardiofrequenzimetro, aspettare un paio di minuti che si stabilizzi la frequenza cardiaca e mettersi in quella che secondo noi è la nostra frequenza cardiaca ricercata e ogni tanto buttare un occhio sul computerino.

Facendo spesso questo esercizio, riusciremo a far combaciare le nostre sensazioni con quanto visualizzato sul display, senza controllare quest’ultimo di continuo.

Insomma, allenare le sensazioni e non dimenticarsene, nonostante gli indubbi benefici apportati dalla tecnologia, conta ancora tantissimo. Vediamo altri esempi pratici che dimostrano che vale la pena lavorarci: 

  1. in gara spingiamo watt che difficilmente raggiungiamo in allenamento: se dovessimo fermarci alle intensità viste durante la preparazione, difficilmente riusciremmo ad alzare di tanto l’asticella
  2. a volte, in alcune situazioni di gara o di sfida, è meglio non guardare cosa sta succedendo sul display altrimenti ci autosaboteremmo, mentre quei 5″ in più a stringere i denti ci permettono di scollinare con il nostro gruppetto di riferimento
  3. se per caso il computerino si rompe in gara, cosa faremmo? Torneremmo a casa? O ci faremmo prendere dal panico? 

Vi confido un segreto: l’anno che da dilettante passai professionista non usavo né contachilometri né  cardiofrequenzimentro, né contapedalate. Niente di niente! Non che questo sia giusto o da prendere da esempio, ma può aiutare a capire quanto essere padroni delle proprie  sensazioni sia importante.
Come coach adoro la tecnologia, la scienza e tutti i progressi che questa ha permesso di raggiungere: ritengo che al giorno d’oggi utilizzare la strumentazione sia fondamentale.
Ricordiamoci
 però che ci conviene allenare anche le sensazioni se vogliamo realmente fare la differenza.


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