Mauro ha concluso il suo sogno, ENDUdream2 non si ferma
Quest’anno i sogni sono stati spesso spezzati, ridimensionati, azzerati. Il Covid 19 prima ci ha costretti in casa per 3 mesi, ci ha portato via persone care, poi lasciato strascichi lavorativi e sociali, e da mesi ci blocca ogni gara che avessimo progettato, sebbene rinviata, niente, sta saltando praticamente tutto.
Mauro Maiolli, il nostro vincitore della categoria Running del concorso ENDUdream2, giunto alla seconda edizione, avrebbe dovuto correre 100 miglia della Tuscany Crossing il 17 aprile, ma come sappiamo eravamo tutti chiusi in casa, obbligati a correre quando fortunati attorno a casa, additati ad untori, o a fare i criceti su tapis roulant nonostante giornate dal meteo stre-pi-to-se, ed il suo sogno svanito nella quarantena. Abbiamo iniziato da subito a studiare le possibilità con Mauro, come diremo in seguito non è persona che si arrenda alla prima avversità, e giorno dopo giorno, cricetata su cricetata ha cercato di mantenere la forma che si stava creando per la Tuscany Crossing, ma il prolungarsi del distanziamento sociale gli ha fatto perdere qualcosa e soprattutto un tapis roulant non rende la difficoltà dello sterrato, della salita vera, dell’ambiente.
Le gare come ben sappiamo non sono ancora ripartite, non esiste un calendario o una data che garantisca la ripartenza, così abbiamo dovuto “correre” ai ripari, mai verbo fu più adatto.
La Sportiva, una delle aziende partner del concorso ENDUdream2 insieme a Volchem, Sportler e Cannondale, ci ha ricordato la sponsorizzione della LUT e delle gare satellite, e con Mauro abbiamo studiato i percorsi per provare a riadattare il suo sogno in un progetto realizzabile.
Mauro ha una splendida famiglia composta da moglie e due bimbe, e sono in attesa del terzo genito, in arrivo per inizio luglio, per cui il calendario viene spinto a fine mese, un giorno nel mezzo della settimana perché la zona in cui si correrà sarà sicuramente molto frequentata nei fine settimana. Il giorno viene fissato al 29 luglio, la distanza non quella della LUT con i suoi 120 km, ma quella media di 80 km e circa 4mila di dislivello positivo, chiamata UltraDolomites, Mauro ripercorrerà i sentieri di questa stupenda gara, saltata come tante, troppe altre.
Il team di atleti de LaSportiva farà compagnia a Mauro alternandosi per consigliarlo con l’esperienza del tracciato durante questo evento personalissimo, una vera e propria performance privata.
Noi di ENDU ovviamente eravamo presenti per supportare e ospitare Mauro Maiolli in questo nuovo sogno che parte da Sesto e arriva al campanile di Cortina d’Ampezzo, io vengo eletto a organizzatore dell’evento come più vicino al campo gara e con 48 anni di frequentazione di queste montagne che nonostante l’abitudine mi lasciano sempre senza fiato.
Il racconto inizia lunedì 27 alle 14:30, quando mi incontro con Mauro da Sportler Treviso per fargli visitare uno dei più bei negozi sportivi d’Italia, si può dirlo senza tema di smentita, con un allestimento per il mondo montagna e trail running che lo lasciano sbigottito, come pure il suo scudiero Manuel, che lo vuole seguire metro per metro, ma se Manuel aveva già approfittato del buono da 1000 € messogli a disposizione dalla catena bolzanina, il suo socio si lascia prendere da uno shopping compulsivo mirato al suo prossimo viaggio in solitaria, il percorso del Tor de Giants in solitaria, auto-sussitenza e tenda, un altro che quando inizia a correre non si ferma più.
La montagna chiama, Mauro ha voglia di una corsetta per ambientarsi, io vorrei fargli vedere qualche passaggio, passo a prenderlo con il suo socio e andiamo direttamente a quota 2.236, qualche foto e una prima ispezione di uno dei punti di ristoro, il quinto, che sarà poi luogo in cui esploderà la sua personalità.
Non è spiegabile la bellezza di una corsa con il sole che inizia a calare, qualche nuvola a coprire le cime, gli mostro il Nuvolau (nomen omen, si sa), rifugio che lambirà prima di iniziare la discesa verso il passo, facciamo foto, video, dirette instagram, mi lascio contagiare dall’euforia dei 2 bambini al parco giochi, perché queste dolomiti per loro sono questo, e corro anch’io con loro pur non essendo un trail runner, le mie cosce me lo ricorderanno ancora qualche giorno.
Scendiamo dal passo per la statale, arriviamo a Pocol e giù a Cortina, due passi nella perla delle dolomiti e ci regaliamo una birra in corso Italia prima di andare a cena. Inizio a provare un po’ di preoccupazioni per abbracciare le filosofie alimentari di Mauro e Manuel, il secondo completamente vegano, il nostro dreamer che per motivi salutari/atletici/etici mangia solo il 5% di proteine animali nella sua dieta.
E io dove li porto ‘sti due a cena che qui tra burro fuso, ricotta affumicata, cervo è uno slalom anti-animalista?!?
Ma no, mi tranquillizzano, ci adeguiamo noi, sta sereno. E andiamo a cena a San Vito in pizzeria Ra Stua dove veniamo accolti con simpatia ed il giusto rispetto per la filosofia alimentare dei due, che scelgono polenta funghi Manuel, una marinara Mauro, ma si uniscono in una scodella di fagioli e cipolle (o viceversa?!?) a testa, non voglio pensare alla loro camera la mattina seguente!
Martedì mattina partiamo per Sesto per iniziare a studiare percorso e spot in cui mettere i ristori, far ammirare i panorami che non vedranno serenamente il giorno successivo.
Sesto, Cima Banche, andiamo a pranzo a Baita Misurina (trovano cibi a loro utili mentre io mi strafogo di gnocchi burro e ricotta affumicata) ci perdiamo nel panorama delle 3 Cime di Lavaredo, e arriviamo sotto Ra Stua, rifugio che mi obbligherà a pedalare sulla MTB Cannondale Scalpel messa a disposizione dalla factory italiana, in quanto strada chiusa al traffico, per portare acqua barrette e gel Volchem, per poi saltare i successivi ristori di Col Gallina, una faticaccia non necessaria, passo Giau già visitato e l’impossibile da raggiungere (peccato!!!) velocemente Croda da Lago. Scendiamo di nuovo a Cortina, Manuel vuole acquistare ulteriori batterie per la su GoPro8, una visita alla Cooperativa, un passaggio in albergo dove ci ritroviamo con il trio di atleti La Sportiva, Francesco Trenti, Christian Insam ed Elisabetta Luchese (mia amica da anni) e saliamo al Rifugio Scotter per interviste e consigli fronte Pelmo al tramonto, che presto editeremo in un primo video dell’evento, consiglio davvero!
Un temporale inatteso rinfresca la serata e ci fa sperare in una giornata più fresca del previsto, tante chiacchiere e risate, sembra non esserci tensione per nessuno, sebbene i kilometri che aspettano i trail runners siano davvero tanti il giorno a seguire.
Nessuno?
Magari.
Mauro passerà la notte quasi in bianco, non trova pace nel letto, la sveglia alle 4.15 lo trova appena addormentato, sommato al viaggio Roma Cortina di 2 giorni prima non lo mettono nelle condizioni migliori per 80 km e 4k m D+. Arrivo alle 5 in albergo al lago di San Vito, dovrebbero essere tutti pronti ma li trovo ancora seduti in attesa di the e cappuccino al latte di soia, la mia organizzazione da segno della vergine inizia ad innervosirsi, avrei studiato la partenza alle ore 6 così da donare più ore possibili di fresco. Carico Mauro, Manuel ed Elisabetta in macchina, il mio collega Marco raccoglierà Francesco e Christian a Cortina poco sotto l’arrivo, lasceranno qui le auto per tornare più velocemente in Trentino il primo e Alto Adige il secondo. Quando siamo più o meno a Dobbiaco mi chiama l’operatore che seguirà quanto possibile il gruppo per crearne un contenuto video chiedendo dove siamo, sta girando ma non ci vede… (la Vergine che è in me soffre tantissimo!) Poco male, alle 6:20 siamo alla partenza degli impianti del monte Elmo che combacia con la partenza ufficiosa del viaggio di Mauro. Interviste, foto, chiacchiere, controllo materiale e ottimizzazione delle sacche idriche, una mezz’ora dopo faccio partire la compagnia seguita prima da Federico, il cineoperatore che poi scappa sulle 3 Cime per filmare col suo strepitoso drone, io avanzo con l’auto un kilometro per intercettarli e creare stories Instagram.
La Compagnia iniziale vede Mauro, Francesco Trenti e Christian Insam, seguiti in versione ombra da Manuel.
Incredibile a dirsi, nonostante la ricognizione del giorno prima la compagnia sbaglia subito strada, arrivo al meeting point senza vederli e temo siano già avanti… delle frecce??? Deluso faccio per andare via e spuntano veloci, saran stati ben sotto i 4’30”, per raggiungerli devo correre davvero e per sorpassarli e fare un video frontale faccio un ripetutone, ma ne vale la pena! Li vedo sfilare via e inizio a pensare al ristoro a Cima Banche.
Manuel decide di abbandonare la compagnia durante la salita alle 3 Cime, gli altri 3 stano tenendo un ritmo forzato e non vuole saltare: coraggioso e intelligente recupererà al ristoro che sto preparando il necessario per autogestirsi il resto del percorso, ma lo ritroveremo nel viaggio, gli amici sono amici.
Seguo la Compagnia, ridotta a 3, attraverso ENDUlive, come pure amici e parenti di Mauro fanno per avere notizie immediate della progressione sul percorso e altitudine istantanea attraverso un chip con segnale GPRS, quindi nessuna sorpresa nel vederli arrivare, se non quella del pochissimo tempo impiegato. Partiti alle 6:50 sono a Cima Banche alle 9:46, con già 26 km spazzati e dislivello di circa 1200 m D+. Mauro è carico a bomba, ricondivide stories Instagram, si ristora con le sue barrette Volchem Energy Crunch al cacao e riempie le sacche idriche, una con solo acqua ed una con Sali IsoDrink. Il caldo è già importante, o meglio la temperatura dell’aria è ancora sotto i 20 gradi ma al sole si cuoce, stanno per entrare in bosco per qualche km per dirigersi a Ra Stua. Ringraziamo per l’ospitalità il team dello chalet Passo Cimabanche, dovuto, davvero gentilissimi!
Raccolgo i rifiuti con Elisabetta che mi fa compagnia in macchina e voliamo verso Ra Stua, lasciamo la macchina in statale, il parcheggio alle 10:20 è già pienissimo, io e Federico il cineoperaore scarichiamo le mtb e iniziamo a salire, io trazione muscolare, lui assistita, le pendenze sebbene su asfalto sono importati, toccano il 23% e sebbene allenato, con uno zaino con 6 litri di liquidi soffro. Poco male comparato al viaggio della Compagnia. Lascio Federico alla grotta sorgente del Boite e salgo verso il meeting point, ma trovo dopo 3/4cento metri Mauro Maiolli con Francesco e Chris, grido a Fedrico di tornare in strada per le riprese, piccolo panico, la fatica mi ha fatto dimenticare di controllare ENDUlive…
Organizziamo il ristoro sul letto del Boite, ombra e acqua corrente per rinfrescarsi, fresco, bellissimo. Dopo pochi minuti, ripartono in discesa su asfalto, li seguo con la Cannondale Scalpel arroventando i freni a disco per mantenere la loro velocità e filmarli, sorpassarli, filmare e così via… Entrano in bosco per correre verso la temutissima Val Travenanzes, la salita in cui ci si gioca tutto, esposta al sole la affronteranno proprio nelle ore più calde, un problema anche se più o meno previsto.
Elisabetta inizia a soffrire, dovrebbe entrare in corsa al passo Giau ma le fremono i piedini, non ha con se il gilet LaSportiva con le sacche idriche dato che dovrebbe correre solo 18 km, io le offro uno zaino con sacca idrica che sto testando e le esplode il sorriso, soluzione trovata e si prepara per entrare in corsa al Col Gallina, dove noi pranziamo ed attendiamo la discesa dei 3 della Compagnia.
La Val Travenzes chiede pegno, manda in crisi Mauro che arriva davvero provato, io inizio a preoccuparmi davvero, siamo a 55 km e bisogna risalite a quota 2400 in cima al Nuvolau prima di arrivare al passo Giau al km 62. Lo intervisto al volo, dichiara una crisi, lo sento davvero stanco, lo piazziamo all’ombra a cambiarsi maglietta e calzini, a mangiare i panini vegani che si è preparato e chiede anche una romanissima pennica di 10 minuti con sveglia inserita, oltre che richiesta a noi.
Mi guardo con Francesco che fa da capo spedizione per La Sportiva, secondo lui è in crisi pesante, iniziamo a pensare ad un piano B, gettare la spugna al passo successivo se non ne uscisse.
Elisabetta si aggiunge alla Comitiva e diventano i Fantastici 4, Mauro come Torcia Umana, lei Ragazza Invisibile, Francesco come Mr Fantastic e Chistian come La Cosa, dato che ex giocatore di Hockey, nazionale dal 92 al 96, così per dire, sfoggia un fisico statuario ed una corsa di pura forza che cozza con quella felina ed agile del nostro Dreamer.
Mentre scendo dal Falzarego e risalgo sul Giau ricevo un impietoso messaggio whatsapp da Francesco “prepariamoci per il piano B”, al che chiedo se stiano affrontando la cosa durante la corsa, ma mi risponde che meglio gli parli io.
Io preferirei morire che chiedergli di mollare, ma quando li vedo arrivare capisco cosa stia pensando Francesco: arrivano di corsa ma appena mi doppia Mauro inizia a camminare, presto, tanto presto rispetto a dove sia la macchina ed il ristoro.
Lo abbraccio camminando e inizio a chiedere come stia, ovviamente tutto bene, ma dobbiamo parlare seriamente. Punta Giau dove sono diretti ha un cappello temporalesco, i ragazzi de La Sportiva ne sono preoccupati, i fulmini in bosco non sono cosa da trascurare e ci sono circa 18 km ancora da affrontare con oltre 600 metri di dislivello. Quanto ci metterebbero? Sono le 17:30.
Mauro sbrocca.
“Sono arrivato qui, ho fatto 800 km, io a Cortina ci arrivo anche da solo, se volete che mi fermi mi dovete fermare voi, ma con la forza. “
E la metto giù in maniera elegante, il romano di Ostia esce nel nervosismo da stanchezza.
Il blocco La Sportiva si ferma, l’asfalto non fa per loro.
Arriviamo a un compromesso che mi propone lui, io sono preoccupato per la sua sicurezza: scenderà a Cortina lungo la strada statale, comunque 18 kilometri, ma almeno potrò seguirlo metro per metro in mtb e non sarà in bosco nel caso ci sia un temporale. Cerchiamo notizie di Manuel che aveva abbandonato la Compagnia alla prima salitona, era a 3 km da Col Gallina quando siamo partiti da lì, il tempo della discussione lo ha riavvicinato tanto da essere recuperato da San Federico Cineoperatore e portato giù per il passo un paio di km per fare compagnia a Mauro, si abbracciano e si promettono di arrivare in qualsiasi modo, l’amicizia e l’intesa tra i 2 è commovente, se poi contiamo che si sono conosciuti a Novembre è praticamente amore.
Alle 19:37 siamo in cima a Corso Italia, avviso Federico dell’arrivo imminente, seguo Mauro metro per metro, i 18 km di asfalto in discesa sembrano non esserci stati, la sua corsa torna elegante, ha gli occhi della tigre, parte con la diretta Instagram per i suoi followers che lo hanno inondato di messaggi durante la giornata, sono emozionato anch’io, sono felice per lui, sapevo che non avrebbe mollato un centimetro e così è stato.
Arriva alla Conchiglia sotto la Chiesa in piazza tra gli sguardi dei turisti e lì si stende come dopo un gol al mondiale, ha concluso il suo sogno rinnovato e ha sconfitto il mostro della crisi, che sembra manifestarsi nel guscio che indossa per non prendere freddo, impressionante quando la scopriamo…
Non gli posso preparare la bottiglia che avrei voluto, ma gli prometto che quando la rifarà io sarò li a festeggiare con lui e Manuel costretto e rimandare la sua amata LUT al 2021, che si è goduto quasi tutto il percorso in autonomia, un eroe accanto al dreamer, un vero amico, un vero sportivo che proveremo a coinvolgere per le nostre pubblicazioni nel magazine.
Ho scoperto un amico nella sua avventura, Mauro è una persona che vive alla grande la sua passione e soprattutto la sua famiglia, le tre giornate passate insieme e l’avergli fatto da ospite prima e supporto nell’impresa ci hanno unito, sono sicuro che ci sentiremo spesso e che la sua avventura con ENDU continuerà, ha già nuovi progetti a bollire in pentola, cos’altro dirvi se non di rimanere in ascolto?
Noi procediamo al prossimo sogno, Stefano Brambilla ha già fissato la data, il 13 Settembre per i suoi 3 giri del lago di Como, e siamo in attesa della definizione del percorso che doppierà Giampiero Monti, cui è saltata anche l’Italy Divided, ma come già detto…
I Sogni non si fermano!
Giampiero Monti - 2020-08-01 18:04:57