La corsa degli eroi
L’idea di questo post sugli eroi è nata dopo aver letto il libro di Marco Olmo “Il Corridore” e soprattutto dopo aver visto una sua interessante intervista fatta dalla brillante conduttrice Monica Mondo. Una delle domande fatte al mitico Marco è stata “Tu hai un eroe” e la risposta è stata NO!
Qualche minuto dopo lo stesso Olmo dice che si rende conto che per molti lui è un eroe e che questa cosa lo fa sentire molto responsabile di questo ruolo tanto da caratterizzare i suoi comportamenti.
Tu hai un eroe? Finché ci pensi ti dico che ci ho riflettuto molto anche io, perché non è una domanda banale. Eroe, secondo etimo.it, venivano chiamati “presso gli antichi coloro che creduti nascere di una divinità e di un uomo, per forza prodigiosa o per gran numero d’illustri imprese…”.
Sicuramente il mio primo eroe è il mio babbo, in particolare per una fase della sua vita in cui mi ha dimostrato cosa realmente fosse la tenacia e la resilienza. Dovessi disegnare la figura del mio eroe per la corsa, secondo me è colui che riesce a dedicare tempo a se stesso senza sacrificare gli altri.
Per carità, corridori che sfiorano le 2 ore in maratona, ultra runner senza limiti che compiono imprese incredibili, sicuramente sono dei meravigliosi atleti, molti di loro lo fanno per professione: insomma è il loro lavoro.
Mi pongo, quindi, il quesito se chi si sveglia alle 4 per andare a correre, per poi gestire famiglia e lavoro è un eroe o semplicemente un passionario. O, ancora, se chi intraprende una maratona in 5-6 h se può essere definito eroe per averci provato e creduto, o è un folle.
Probabilmente il vero eroe oltre ai numeri (tempi, km, età) deve avere anche altre caratteristiche, tipo quello di saper condividere, di avere un’energia contagiosa, di mettere la propria immagine al servizio della società, di mantenere una vita sobria.
Te come la vedi? Chi è il tuo eroe? Nel frattempo goditi l’intervista:
Riccardo Mares - 2019-08-03 14:56:32