Rovaniemi’s Arctic Winter Race, 150 km al Polo Nord. La vittoria di Patrich Tognoni

Rovaniemi’s Arctic Winter Race, 150 km al Polo Nord. La vittoria di Patrich Tognoni

Laura Ugolotti

È arrivato prima di tutti. Primo su 150 partenti in una gara estrema, dura anche solo da portare a termine. Patrich Tognoni è il vincitore della Rovaniemi’s Arctic Winter Race: 150 km al gelo del Circolo Polare Artico, nella Lapponia finlandese, a pochi passi dal quartier generale di Babbo Natale. Patrich Tognoni non è nuovo […]

26 Febbraio 2018

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È arrivato prima di tutti. Primo su 150 partenti in una gara estrema, dura anche solo da portare a termine.
Patrich Tognoni è il vincitore della Rovaniemi’s Arctic Winter Race: 150 km al gelo del Circolo Polare Artico, nella Lapponia finlandese, a pochi passi dal quartier generale di Babbo Natale.

Patrich Tognoni Rovaniemi’s Arctic Winter Race

Patrich Tognoni non è nuovo a sfide come questa.
Runner parmigiano, portacolori dell’Atletica Manara, dopo anni di corsa su strada ha iniziato ad appassionarsi alle ultramaratone.

“La prima, nel 2015, la 100 km del Sahara, anche se quell’anno fu spostata in Senegal, per motivi di sicurezza, dopo gli attentati di Tunisi. E poi la Marathon des Sables, per restare in clima di deserto. L’anno scorso ho tagliato il traguardo del Tor des Geants, una delle ultra più dure al mondo ma ad oggi è anche la gara che ho amato di più. Mi piacciono i dislivelli e mi piace correre in montagna”.

“Da tempo cercavo una gara al Circolo Polare Artico. Così, per chiudere il cerchio e la Rovaniemi’s Arctic Winter Races è probabilmente la più abbordabile, soprattutto dal punto di vista dei costi”.

“Mi ero allenato molto, ma mai avrei pensato di poterla vincere. Solo che circa metà gara, quando ho capito di essere in testa, mi è scattato qualcosa e nonostante la stanchezza ho cercato di non mollare”.

La stanchezza era tanta anche perché Patrich ha scelto di gestire la gara in odo strategico.

“Volevo partire forte e approfittare delle poche ore di luce che ci sono in questa stagione al Circolo Polare Artico per correre il maggior numero possibile di chilometri. Così non mi sono risparmiato. Il mio obiettivo era arrivate presto al 75° km, cioè a metà della gara, perché sapevo che lì avrei trovato l’unico check-point coperto, in cui riposarmi. Tutti gli altri, lungo il percorso, erano all’aperto, con un fuoco utilizzato per sciogliere il ghiaccio e ricavarne acqua. È una gara selvaggia, l’assistenza è al minimo”.

Patrich Tognoni Rovaniemi’s Arctic Winter Race

E proprio l’acqua ha rappresentato per Patrich un problema.
“Ghiacciava all’istante. Durante le ore di luce il termometro segnava -10° ma con il buio si arrivava a -20°. Con queste temperature, bastava tenere le mani o la borraccia scoperti per pochi secondi per ritrovarli ghiacciati”. “Correre con il freddo, in sé non è un grosso problema, perché finche corri e ti muovi lo senti poco. Solo che a quelle temperature anche il sudore dentro i guanti si ghiacciava”.

E nonostante questo Patrich è partito bene, conquistando da subito la prima posizione.

“Probabilmente mi ha aiutato la scelta di fare a meno della pulka, una specie di slitta su cui era possibile caricare tutto il materiale necessario per la gara. L’avevo noleggiata ma non avendola mai usata prima ho preferito evitare e mi sono affidato allo zaino. Pesante da portare, ma meno di una slitta. Inoltre ho preferito evitare le ciaspole, anche se gli organizzatori si sono mostrati un po’ stupiti della mia scelta. In alcuni tratti la neve era alta 50 cm, bastava uscire appena dai binari tracciati per sprofondare fino all’ombelico. Però sapevo che le ciaspole mi avrebbero rallentato, avrebbero compromesso l’efficienza della corsa, quindi, anche in questo caso, ho optato per la soluzione più veloce”.

E il suo coraggio ha pagato. Così come la determinazione.

Patrich Tognoni Rovaniemi’s Arctic Winter Race

“Quando ti ritrovi davanti e accarezzi l’ipotesi di vincere, non molli, vuoi provarci e dai il tutto per tutto. La seconda parte del percorso è stata massacrante, perché avevo nelle gambe la stanchezza di 75 km corsi senza risparmiarmi. Mi sono “ucciso” per arrivare al traguardo in testa, ma d’altra parte non si vince senza fatica e se fosse facile lo farebbero tutti. Comunque è stata durissima, soprattutto negli ultimi 10 km, una vera sofferenza”.

“Lungo quei 150 km mi sono chiesto spesso chi me lo avesse fatto fare, che è la domanda che ci facciamo un po’ tutti nei momenti di maggiore fatica. Poi, quando arrivi al traguardo, ogni dubbio svanisce, anche se non vinci. Ti senti soddisfatto, appagato per avercela fatta e sai che, nel mentre, ti sei anche divertito perché hai fatto quello che ti piace. In fondo per me le ultra servono anche per conoscere posti nuovi, lontani, estremi. Mi sono sempre chiesto come fosse la Casa di Babbo natale e ora lo so. Ci sono persone che magari nella vita non avranno mai la possibilità di vedere la Lapponia. C’è chi ci va a Natale, in vacanza: io ci sono andato per correre 150 km. A ognuno il suo”.

Patrich Tognoni Rovaniemi’s Arctic Winter Race

Il primo posto gli ha regalato di diritto l’iscrizione all’edizione del 2019.
“Però non credo la farò. È stata un’esperienza incredibile bellissima, ho visto posti incredibili ed è una corsa affascinante che ci tenevo molto a fare. Chi però, come me, è malato di sfide, cerca sempre stimoli nuovi. E poi per quanto belle, queste non sono le mie gare. Spero, la prossima estate, di poter rifare il Tor des Geants: la preiscrizione c’è”.

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