“Leoni” lodigiani alla Ronde Van Vlaanderen Cyclo: un weekend indimenticabile!

"Leoni" lodigiani alla Ronde Van Vlaanderen Cyclo: un weekend indimenticabile!

Redazione ENDU

Oggi pubblichiamo il racconto di Fabio Felice del Giro delle Fiandre: una classica a cui non si può mancare. Esistono alcune manifestazioni ciclistiche a cui un ciclista non può non partecipare almeno una volta nella vita. Il Giro delle Fiandre è sicuramente una di queste: ecco la mia fantastica esperienza fiamminga… Il primo invito. Eravamo all’inizio […]

13 Settembre 2017

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Oggi pubblichiamo il racconto di Fabio Felice del Giro delle Fiandre: una classica a cui non si può mancare.
Esistono alcune manifestazioni ciclistiche a cui un ciclista non può non partecipare almeno una volta nella vita. Il Giro delle Fiandre è sicuramente una di queste: ecco la mia fantastica esperienza fiamminga…

Giro delle Fiandre

Il primo invito. Eravamo all’inizio dell’autunno 2016 e qualche compagno ciclista mi accennò la sua intenzione di voler partecipare all’edizione 2017 del Giro delle Fiandre, ma non potevo dare tanto peso alla sua proposta. Certo: mi sarebbe piaciuto, e anche tanto, ma la stagione ciclistica prevista per il 2017 era ancora nebulosa, incerta. Erano e sono tanti gli “obiettivi privati” del 2017 e quelli della bicicletta passavano un po’ in secondo piano. Quindi gentilmente rifiutai l’invito, senza pensarci su troppo perché per il 2017 credevo che probabilmente avrei partecipato solo ad un paio di granfondo senza particolari ambizioni.
La decisione definitiva. Passarono alcune settimane e nel frattempo mi rendevo conto che, organizzando bene gli impegni, avrei avuto il tempo per allenarmi e probabilmente sarei riuscito a partecipare a varie importanti gare. Così iniziai a segnare sul calendario le manifestazioni al quale iscrivermi e il 27 dicembre, sulla chat di gruppo di alcuni amici lodigiani arrivava anche l’ultima chance per la Ronde Van Vlaanderen. Si stanno per iscrivere, sono in cinque (Giulio del Team Rozza, Stefano, Manuel e Angelo del Team NSB e Luigi del Team Cassynis) e noleggeranno un pulmino con la capienza per sei persone e relative bici: quindi c’è ancora un posto disponibile. Inizialmente fingo disinteresse, ma sto già sognando: vorrei essere io il sesto. Chiedo qualche dettaglio in privato ai due organizzatori Giulio e Stefano, anche se so che questo affiatato gruppo ha già vissuto simili esperienze da queste parti e sanno ben organizzare queste trasferte. In pochi minuti ho la sentenza: ad aprile si andrà in Belgio! Rispetto alle tradizionali granfondo italiane, occorre scegliere già il percorso in fase di iscrizione. Ne sono previsti quattro tutti con arrivo ad Oudenaarde: quelli da 74 km e 141 km partiranno direttamente dalla stessa cittadina dell’arrivo, mentre quelli da 200 km e quello principale da 240 km, dopo anni con partenza da Bruges, nel 2017 hanno come luogo di partenza Anversa. Tutti optiamo per il percorso più impegnativo di 240 km che da Anversa porta quindi ad Oudenaarde dopo 16 muri e alcuni tratti in pavè… ciò significa che nei tre mesi invernali restanti dovrò allenarmi intensamente e, lavorando ad orari d’ufficio, non sarà per niente facile. E così si inizia subito con allenamenti al buio, sfiancanti ripetute sui rulli e numerosi giri in cui si predilige la distanza al dislivello.
La partenza “ridotta”. Per tre mesi il “pensiero Fiandre” è fisso nella mia testa ma, a causa delle granfondo precedenti all’appuntamento belga, solo da lunedì 27 marzo posso concentrarmi totalmente sull’evento fiammingo. Il 26 marzo ho infatti gareggiato alla granfondo di Sant’Angelo ed in due giorni lavorativi vorrei: lavare la bici, farle dare una controllata finale al meccanico, cambiarle le gomme, preparare le valige, studiarmi bene il percorso, salutare i parenti.. e ovviamente allenarmi! Grazie alla grande disponibilità di Giancarlo Prevosti, un ragazzo che ha aperto da poco un negozio di riparazione e vendita bici a pochi km da casa mia, riesco a fare tutto in modo più o meno tranquillo. Partenza prevista all’alba di mercoledì 29 marzo da casa di Stefano e all’ultimo momento scopriamo che purtroppo per un contrattempo lavorativo Giulio non sarà dei nostri, mentre Luigi, sempre per problemi di lavoro, ci raggiungerà in aereo il venerdì e ha deciso di soggiornare con i suoi compagni di squadra della Cassynis. A me, Angelo, Manuel e Stefano aspetteranno invece più di 10 ore di viaggio, che tutto sommato sembrano scorrere velocemente, tra aneddoti del loro passato ciclistico e non solo. Stefano è appena rientrato dal Bike Accademy di Bike Channel e Manuel ha corso nelle giovanili con tanti fenomeni del pedale che sono poi passati anche al professionismo. Insomma, i discorsi tra ciclisti non mancano mai. L’arrivo ad Anversa ci lascia inizialmente basiti: il quartiere del nostro alloggio lascia un po’ a desiderare e siamo anche un po’ preoccupati. Finiamo a mangiare in un ristorante turco e durante la cena stemperiamo la tensione con qualche risata in compagnia.
Giro delle Fiandre
La ricognizione sui Muur. Il giovedì abbiamo previsto di trasferirci con il pulmino e percorrere gli ultimi km della Ronde, quelli più interessanti e impegnativi, con muri e tratti in pavé e tanti su e giù che si snodano tutti nelle colline nei pressi di Oudenaarde. Pronti e via, ci troviamo ai piedi del Koppenberg (pendenza max 22 % !!! Sarà per la pendenza, sarà per il pavé leggermente sconnesso, sarà che lo abbiamo fatto praticamente senza riscaldamento… fatto sta che è quello che mi ha impressionato di più!). Poi in sequenza Mariaborrestraat, Taaienberg, Kaperij, Bosgatstraat, Kanarieberg, Kruisberg, Hotondberg, Oude Kwaremont ed infine Paterberg (simile al Koppenberg ma con un pavé più “ordinato”). La giornata è stupenda e un caldo sole ci permette di fare foto e video eccezionali finiti presto su YouTube e sui social. Il percorso è poco affollato e la maggior parte dei ciclisti che incontriamo sono professionisti (uomini e donne) che stanno preparando la gara della domenica, il giorno dopo gli amatori: incontriamo infatti la BMC (dove ovviamente l’unico riconoscibile da lontano è Daniel Oss, per ovvi motivi di capigliatura), la TREK (con il nostro Fabio Felline), la WIGGLE (con la nostra Elisa Longo Borghini scortata da alcune compagne di squadra), qualche ORICA, alcuni CANNONDALE, e altre squadre ancora. Tornati al furgone dopo quasi 65 km in questo tempio del ciclismo, ero talmente gasato che mi sentivo come un bimbo al parco giochi! E ora capisco perché qualcuno dice che “il miglior modo di affrontare il pavè è aggredirlo”. Perché non hai scelta: quando ti trovi su quei muri e su quel pavè o pedali a denti stretti con tutta la tua potenza cercando di galleggiare sulle grosse pietre arrotondate oppure ti puoi ritrovare presto con i piedi a terra, se non peggio. Mi dicevano anche che “il pavè, o lo ami o lo odi”. Bè, allora credo di essermi innamorato… davvero uno spettacolo! Abbiamo fatto praticamente tutti i tratti più duri: di quelli più famosi che affronteremo il giorno della gara ci erano rimasti da fare solo il Padderstraat ed il Kappelmuur (o Muur van Geraardsbergen, che gli italiani hanno ribattezzato anche Muro di Grammont), in quanto più lontani. Dopo il pranzo nella bellissima piazza centrale di Oudenaarde, abbiamo tempo di far un veloce giro nel merchandising della Ronde, e a causa di un traffico infernale, il rientro serale ad Anversa è stancante più di una lunga pedalata. Ceniamo nell’ottimo ristorante italiano Il Re di Napoli (avendo una così importante e difficile manifestazione da affrontare, preferiamo andare sul sicuro con il cibo italiano) e, rientrando alla camera, ci rendiamo conto che Anversa non è poi così male. Il giorno prima, forse per la stanchezza del lungo viaggio, eravamo rimasti un po’ delusi, ma con più calma la rivalutiamo ed intravediamo da lontano alcuni monumenti e chiese interessanti che meriterebbero sicuramente una visita, ma questi giorni non sono sicuramente dedicati alla cultura e alla storia belga, se non quella ciclistica.
Il vento fiammingo e gli ultimi preparativi pre-Ronde. Al venerdì non sarebbe in teoria prevista nessuna pedalata in vista del giorno dopo: io, Manuel e Stefano dovremo solo andare al QUBUS in Oudenaarde a ritirare il chip, mentre Angelo, non essendosi iscritto alla Ronde Van Vlaanderen Cyclo, ci raggiungerà con calma in bici. Al risveglio c’è un gran bel sole e penso che sarebbe un peccato non uscire in bici. Quindi all’ultimo decido di far compagnia ad Angelo: non conoscendo bene le strade finiremo a fare più di 90 km, percorsi quasi completamente su pista ciclabili tenute abbastanza bene ed in caso di attraversamenti di strade in incroci sempre con la precedenza data da tutti i veicoli a motore. Percorriamo per buona parte la stessa strada della Ronde, attraversando tanti graziosi paesini ed in questa uscita abbiamo a che fare con il tipico vento del Nord, che quando prende a soffiare non da davvero tregua. Giungiamo ad Oudenaarde alle 14.00, ora di apertura dello stand del ritiro pacco gara. Inizia però a piovere e, anche per evitare di restare intrappolati ancora nel traffico cittadino di Anversa, preferiamo anticipare i tempi per rientrare alla base: alla fine ci ritroviamo comunque nel caos cittadino… per fare gli ultimi 6 km in Anversa ci abbiamo messo un’ora e mezza! Nel frattempo contattiamo Luigi che è arrivato in Belgio e sta sbrogliando le pratiche del pre-gara con i suoi compagni di squadra. Prepariamo velocemente bici, abbigliamento, panini, barrette e gel e andiamo a cena, dove di comune accordo decidiamo di fare la maggior parte della Ronde insieme e senza strafare, magari cercando di riuscire a ritrovarci anche con Luigi ed i Cassynis. Tornati in camera, come spesso avviene in queste occasioni, prendere sonno non è per niente facile, ma la sveglia è puntata per le ore 5.00 quindi cerchiamo in qualche modo di riposare.
Giro delle Fiandre
La prova del nove. Riaperti gli occhi, il nostro primo pensiero va al meteo: dopo le più svariate e pessimistiche previsioni, che nei giorni scorsi sono variate di ora in ora, è prevista in mattinata pioggia ad Anversa fino a mezzogiorno, mentre ad Oudenaarde dalle 10.30 circa è previsto qualche spiraglio di sole…E a noi ci potrebbe anche andare bene così! Ore 06.45, ancora al buio e per fortuna ancora asciutti, siamo in griglia nella bellissima piazza Mercato, vicini alle scenografiche fiamme dell’arco di partenza, con davanti un centinaio di persone sulle circa 8.000 che partiranno da Anversa. Sappiamo che Luigi e la sua squadra sono in arrivo, ma nel giro di pochi minuti si forma dietro di noi un fiume umano variopinto. Dato che la partenza “alla francese” inizia alle ore 7, ormai ritrovarsi con i Cassynis diventerebbe un impresa. In effetti a fine gara sapremo che, nonostante fossero arrivati in griglia solo qualche minuto dopo di noi, hanno iniziato a pedalare quasi 30 minuti dopo. Così appena viene dato il via, ci avviamo in coda al primo gruppo, scortati da auto e moto della polizia. Nel frattempo inizia a scendere qualche goccia e presto ci ritroviamo in mezzo ad un acquazzone. Ciononostante i primi piattissimi km scorrono senza problemi nonostante e, come ci eravamo accordati la sera prima, io, Manuel e Stefano riusciamo a restare uniti senza esagerare con la velocità di crociera. Arrivati al km 98, dopo quasi tre ore di pioggia, inizia il divertimento con il primo tratto in pavé chiamato Paddestraat: qui per fortuna è già spuntato il sole e le pietre sono abbastanza asciutte. Aggrediamo il pavè ognuno alla propria maniera e riusciamo presto a ricongiungerci. Non perdiamo troppo tempo al ristoro e ci dirigiamo insieme verso i successivi muri. Citazione a parte merita il Kappelmur (il Muro di Grammont): che fascino e che tifo su questo muro tanto famoso per essere sempre uno dei più importanti in occasione del Giro delle Fiandre dei professionisti: qui chi punta a vincere spesso prova qualche attacco per selezionare il gruppo di testa mentre il nostro copione resta sempre lo stesso: ognuno lo affronti al meglio delle proprie possibilità e poi ci si aspetta in cima. L’ansia di non aver un classifica finale effettivamente aiuta e non poco in queste situazioni: certo, si vuol ben figurare, ma l’importante è arrivare al termine della gara soddisfatti di esser stati tra i partecipanti! E così raggiungiamo insieme e senza intoppi il punto che il giovedì avevamo prefissato come nostro ristoro privato a pochi km dallo striscione d’arrivo: Angelo ci ha raggiunto adOudenaarde con il furgone, sul quale avevamo preparato gel, sali, barrette, panini e divisa di scorta in caso di pioggia. Tutta manna per affrontare al meglio gli ultimi 65 km (quelli che avevamo percorso, in modo diverso, il giovedì). Qui, essendo comunque in zona di arrivo, più o meno tacitamente decidiamo di far ognuno la propria andatura con l’accordo di ritrovarci direttamente al furgone al termine della gara. Ed inizia così la “giostra”, con tutti i tratti più belli in rapida successione dove fortunatamente, nonostante l’altro numero di ciclisti, riesco sempre a pedalare senza metter piede a terra, cosa che facilmente può accadere quando su queste stradine strette si forma un piccolo ingorgo di bici. Gli ultimi due, Oude Kwaremont e Paterberg, segnano praticamente la fine del parco giochi, anche se mancano ancora quasi 20 km per giungere al traguardo, 20 km che però quasi tutti (o almeno quelli che ho trovato io in quel momento), affrontano con il coltello trai denti, carichi di adrenalina che negli ultimi 5 km diventa emozione pura, dove la larga strada è chiusa alle auto e le transenne, pronte per la volata dei Pro del giorno successivo, ci fanno sentire tutti un po’ professionisti. Ci ritroviamo quindi tutti contenti e soddisfatti al furgone e sentiamo che anche Luigi è arrivato al traguardo soddisfatto, nonostante qualcuno della sua squadra ha avuto qualche problema tecnico alla bici durante la gara. Rientriamo quindi ad Anversa e a cena brindiamo per l’impresa portata a termine: io e Manuel siamo entrati nella cerchia dei “leoni” lodigiani, mentre Stefano è ormai un veterano di queste strade e ama talmente tanto questa manifestazione che il leone delle Fiandre se l’è fatto stampare anche sul casco.
Giro delle Fiandre
Lo spettacolo della partenza ed il rientro in Italia. La mattina dopo sistemiamo tutte le bici sul furgone in modo tale da farci stare anche Luigi con la sua Trek. Prima di far colazione andiamo in piazza Mercato a vedere la presentazione dei team e la firma del foglio di partenza e ci facciamo travolgere dalla passione belga per i propri beniamini durante la sfilata delle squadre, su tutti: Tom Boonen (già pluri-vincitore su queste strade ed alla sua ultima comparsa al Fiandre), Greg Van Avermaet (campione olimpico 2016 che ha già sfiorato la vittoria nelle scorse edizioni e che si presenta al via con il favore del pronostico) e Philippe Gilbert (che nel pomeriggio ha poi centrato la vittoria in fuga solitaria passando il traguardo con la bici in mano alzata in aria sopra la testa). Davvero emozionante vedere come sia sentito il ciclismo da queste parti e sotto questo aspetto ci dispiace dover rientrare a pedalare sulle nostre strade italiane, ma dopo un boccone veloce ci tocca imboccare la strada del ritorno, durante il quale ancora troviamo la forza e la voglia di parlare di ciclismo, grazie anche agli aneddoti delle numerose manifestazioni al quale ha preso parte Luigi negli anni scorsi. Arriviamo in serata nel lodigiano, ed il saluto con il quale ci lasciamo è come sempre lo stesso: alla prossima!

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Grazie mille, è stato bello rivivere quei giorni!

Fabio Felice - 2017-09-18 13:45:57

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