Pochi giorni a ITU Arzachena, intervista a Sandro Salerno, la gestione del protocollo Covid 19

Pochi giorni a ITU Arzachena, intervista a Sandro Salerno, la gestione del protocollo Covid 19

Andrea Toso

Per la gestione del protocollo COVID 19 per la tappa ITU Arzachena parliamo con Sandro Salerno, organizzatore e Deus Ex Machina dell’evento che ci riassume alcuni punti delle 27 pagine di documento redatto.

6 Ottobre 2020

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Alla complicata ripresa degli eventi sportivi per gli organizzatori si è sommato l’obbligo di redigere un documento che vada a precisare qualsiasi atteggiamento tenuto da atleti, allenatori, staff, arbitri, collaboratori, volontari, qualsiasi figura possa passare per le strutture coinvolte o il campo gara.

Per la gestione della tappa di ITU ad Arzachena di sabato 10 ottobre parliamo con Sandro Salerno, organizzatore e Deus Ex Machina dell’evento che ci riassume alcuni punti delle 27 pagine di documento redatto:

“La prima misura di protezione da cui dipendono tutte le altre è il senso di responsabilità di ciascun partecipante. È stato costituito un comitato Covid-19 composto da 4 figure fondamentali per lo svolgimento di questa come qualsiasi gara: Direttore di gara, Responsabili della Federazione ITU, Responsabile medico di gara cui si aggiunge il Responsabile Sicurezza e Prevenzione, comitato che si è occupato e si occupa in costante aggiornamento delle norme per il lungo weekend di vita dell’evento in evoluzione con l’emergenza sanitaria.
Alle normali misure di contenzione del virus, che fanno comunque da base al documento, si somma la complicazione di un grande evento, per cui bisogna snellire i protocolli evitando il più possibile contatti e spingere sula puntualità di tutti, dai trasporti, alle prove percorso, ritiro pettorali, e così via, chiedendo a tutti, dai campioni al pubblico la massima collaborazione.
Quindi a partire dall’utilizzo della mascherina, disinfettanti per le mani, chiediamo agli atleti, per esempio, di portare un equipaggiamento individuale, borraccia o bottiglietta d’acqua, asciugamani, evitare strette di mani, abbracci e “five”, e ancor prima di anteporre la salute pubblica alla propria gara: se un atleta non si sentisse bene o avesse febbre sopra i 37,5 bisogna stare lontano dall’evento!
A distanziare ulteriormente gli atleti il briefing pre-gara sarà svolto online via Zoom.
Volontari, ufficiali di gara, personale delle federazioni e collaboratori a vario titolo hanno obbligo di mascherina e protezioni, come pure gli atleti in ogni attività non competitiva.

Ovviamente gli atleti sono tenuti a monitorare continuamente lo stato di salute, dalla misurazione della temperatura in poi, da 14 giorni prima del 10 ottobre, e ci sono diversi protocolli a seconda della Nazione di provenienza: gli atleti delle nazioni dell’Unione Europea senza restrizioni, con esclusione di Romania, e con specifiche norme per Croazia, Grecia, Malta, Spagna e alcune zone della Francia che devono presentare un tampone negativo effettuato nelle 72 ore precedenti all’ingresso in Italia, o sottoporsi all’aeroporto entro 48 ore dall’ingresso. Per altro le persone che hanno soggiornato o transitato in questi quattro Paesi nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Italia devono anche comunicare il loro ingresso nel territorio italiano al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria competente. Gli atleti e staff da Bulgaria e Romania hanno obbligo di quarantena e sorveglianza sanitaria, più autocertificazione. Riassumo il “resto del mondo”, anche se ci sarebbero ulteriori precisazioni, quindi USA, Sud Africa, Bermuda, Messico e altre nazioni con grandi atleti, la norma prevede che possano entrare in Italia per la partecipazione a manifestazioni sportive, con obbligo di presentare al vettore all’atto dell’imbarco l’attestazione di essersi sottoposti nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo.
Aggiungiamo inoltre che la Regione richiede la registrazione all’app Sardegna Sicura, per iOS e Android, così da mappare gli spostamenti e i contatti possibili tra chiunque entri nell’isola, per ottenere con un codice QR da presentare al personale preposto all’imbarco.

Il ritiro pacchi gara è stato calendarizzato per nazioni in ordine alfabetico, chiediamo 2 m di distanza tra atleti in qualsiasi luogo comune, abbiamo individuato criticità in ogni passaggio, andando a definire addirittura come dovranno fischiare i giudici, un soffio forte e breve per limitare il possibile spargimento di saliva, abbiamo creato penalty box con potenziale distanziamento, corsie post arrivo larghe 1,5 m per distanziare gli atleti post traguardo, abbiamo previsto la disinfezione del nastro d’arrivo tra la gara femminile e quella maschile, che avranno 3 ore di distanza per igienizzare ogni punto comune, insomma ogni passaggio è stato smontato e analizzato per ottenere la massima sicurezza possibile.

È stato ed è un lavoro immenso, ma la possibilità di svolgere un evento del genere è un dono che non va lasciato scadere in nessun modo, soprattutto in questo 2020 in cui abbiamo avuto accesso al paradiso di Cannigione in Costa Smeralda, nonostante lo slittamento del calendario non si poteva rinunciare a far scoprire al mondo del triathlon un territorio tanto ricco di bellezza, storia e cultura millenaria, con anche un percorso ciclistico così tecnico, raro nel panorama World Triathlon. Con le nuove normative emanate non sarà permessa la presenza di pubblico, ma ci sarà la diretta sui canali RaiSport e online, un gran bonus a consolarci in questo periodo, una grande promozione per il triathlon che approda finalmente nella comunicazione tradizionale.”

Un impegno gravoso che permetterà lo svolgimento in Italia di una delle poche tappe del circuito mondiale in questo strano autunno sportivo. Per fortuna in Sardegna con i suoi 25 gradi si gareggerà in un clima privilegiato.

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