Pneumatici per MTB: guida alla scelta

Pneumatici per MTB: guida alla scelta

Cristiano Guarco

Gli pneumatici sono il primo e unico componente della vostra MTB a contatto con il terreno, per questo motivo possono fare una grande differenza nella vostra esperienza di guida.

8 Settembre 2021

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Gli pneumatici sono uno degli elementi più sottovalutati della mountain bike e della bicicletta in generale. Infatti fanno una grandissima differenza per le prestazioni, sia nel bene sia nel male. Le gomme giuste possono trasformare totalmente la qualità del riding, aumentare il controllo e farvi sentire un pro, viceversa quelle più scarse possono diventare una zavorra in salita e uccidere il vostro flow sui sentieri più scorrevoli dove la scorrevolezza è una priorità.

Al livello più elementare, gli pneumatici sono un involucro riempito d’aria rappresentando il punto di contatto e il filtro della bici con il terreno. Usano complessi schemi di battistrada e mescole di gomma per regolare l’attrito, il comfort, e lo smorzamento. Inoltre collegano direttamente la vostra MTB con qualsiasi tipo di fondo. I migliori pneumatici sono in grado di migliorare qualsiasi aspetto del riding, dall’aderenza in curva al grip in frenata, dalla resistenza al rotolamento allo smorzamento di urti e vibrazioni. Come la maggior parte delle cose della vita, la scelta delle gomme si riduce a un mix vantaggioso tra i molti fattori in gioco, poiché nessun singolo pneumatico fa tutto, e bene.

 

 

I vari marchi migliorano continuamente i propri prodotti, modificando le formule della mescola, la tecnologia della carcassa, la protezione contro le forature e le pizzicature, e il disegno del battistrada. Sono alla continua ricerca del Santo Graal dei più alti livelli di aderenza, durata e robustezza, idealmente raggiunti senza avere troppo compromessi da un peso eccessivo e da una ridotta scorrevolezza. Nuovi materiali e tecniche di costruzione entrano continuamente in gioco, oltre al fatto che la maggior parte delle MTB di fascia media e alta è ormai venduta in configurazione tubeless di serie (senza camera d’aria).

Il fatto che molti pneumatici si assomiglino così tanto la dice lunga sul fatto che la tecnologia è ormai decisamente matura, con piccoli cambiamenti incrementali che continuano a migliorare singoli aspetti. Ormai, molto raramente, ci sono grandi passi in avanti in questo mondo. Quello che si sta osservando ultimamente è una crescita della sezione e un aumento della robustezza anche per discipline che prediligono la fase pedalata come il cross country. La dimostrazione che una gomma leggermente più larga, e con fianchi più robusti, riesce a gestire al meglio la maggiore quantità d’aria al suo interno, per prestazioni nel complesso più soddisfacenti.

 

 

Ecco i pilastri portanti degli pneumatici per mountain bike.

 

Sezione

Usare pneumatici più ampi per ottenere aderenza e comfort superiore ha molto senso, anche se solo all’anteriore. Infatti le braccia, i polsi e le mani godono di più ammortizzazione per un affaticamento minore. Una gomma più stretta al posteriore invece aiuta nella scorrevolezza e nella rapidità nei cambi di direzione. La larghezza dello pneumatico è direttamente collegata al volume d’aria: quando cresce, sale la capacità di filtrare e smorzare le asperità del terreno, così come il controllo della bici, almeno fino a un certo punto. Infatti, gomme più grandi aggiungono anche peso, che penalizza le performance in salita e in accelerazione. Nel complesso, la resistenza al rotolamento tra gomme di sezioni diverse non cambia così tanto, rappresentando un problema minore (contano più il disegno del battistrada e la mescola).

Non è così raro trovare configurazioni Mullet sulle MTB, con ruota anteriore da 29” su cui è montato uno pneumatico leggermente più stretto e posteriore da 27,5” con uno più ampio, per bilanciare precisione nella guida e trazione in pedalata (soprattutto nelle eBike).

 

 

Carcassa

Lo spessore della carcassa e la precisa stratificazione delle tele hanno un grande impatto sulla qualità della guida e influenzano la capacità di filtrare le asperità del terreno, la scorrevolezza, e la durata. Chi ha una guida più aggressiva deve mettere in conto il peso supplementare di carcasse più robuste con dispositivi integrati per la prevenzione di forature e per offrire l’indispensabile supporto alle elevate forze di torsione che si generano in curva. Gli pneumatici più pesanti accelerano più lentamente, ma si sentono più stabili una volta che lo slancio è stato acquisito, mantenendolo anche più facilmente. La configurazione tubeless è sempre quella da preferire, anche per il fatto che le camere d’aria sono più soggette a forature e pizzicature.

 

 

Battistrada

Un battistrada con tasselli molti distanziati morde il terreno in modo più efficace sui fondi cedevoli oltre a trattenere meno fango e detriti, ma aumenta anche la resistenza al rotolamento. Lamelle e tagli sui tasselli aiutano in frenata e, in generale, nel modo in cui lo pneumatico si deforma sugli ostacoli, generando trazione. Un canale più pronunciato tra fila centrale e laterale – sulla spalla – è in grado di offrire maggiore aderenza sulle contropendenze e una sensazione di guida sui binari in curva, ma anche in questo caso ci sono pro e contro. Aumenta infatti la sensazione di on/off nella transizione verso la piega, con alcuni biker che preferiscono una sensazione più continua, che deriva da una tassellatura più densa e collegata.

 

 

Mescola

La durezza della gomma è misurata da un durometro nella scala Shore. Più alto è il numero e più dura è la mescola. Ad esempio un valore di 50a indica una mescola più dura di una 40a, generalmente molto morbida. Gli ingredienti segreti e la chimica della gomma usati dai vari marchi sono qualcosa di misterioso, e possono fare un’enorme differenza per aderenza, ammortizzazione, e velocità di rotolamento. È sempre più diffuso l’approccio di utilizzare diverse mescole, a supporto dello strato più esterno del battistrada, e per fila centrale e laterale dei tasselli (rispettivamente più dura e più morbida, in entrambi in casi).

 

 

Peso

Gomme più larghe e aggressive hanno bisogno di molto supporto per mantenere stabile i tasselli del battistrada, usando più rinforzi nella carcassa e più gomma, il che aggiunge naturalmente peso. Pneumatici più ampi e pesanti riescono a stabilizzare la bici essendo più difficili da far deviare dalla linea scelta in velocità. Un volume superiore offre anche una maggiore capacità di filtrare il terreno, isolando il biker da vibrazioni e urti, aspetto particolarmente utile per “spianare” i sentieri più accidentati. Questo è l’approccio più comune per impieghi trail/enduro, ma sta diventando un trend sempre più diffuso anche per le full suspended da cross country dalla corsa più ridotta, per alzare l’asticella in termini di trazione, controllo e confidenza nella guida.

 

 

Pressione

Gomme differenti richiedono pressioni specifiche. La classica regola prevede che per una carcassa più robusta la pressione sia inferiore, a parità di sezione. Al tempo stesso, uno pneumatico più ampio richiede una pressione più bassa, contenendo naturalmente più aria al suo interno. Per raggiungere il massimo in fatto di comfort e grip, cercate la pressione minima che impedisce alla gomma una torsione eccessiva in curva – fino allo stallonamento – e previene l’eccessiva compressione – sino alla pizzicatura e al danneggiamento del cerchio – in presenza degli ostacoli del terreno. Sperimentate sino a raggiungere il valore perfetto per la vostra bici, il vostro peso e stile di guida, e i sentieri che affrontate più di frequente.

 


In foto pneumatici SCHWALBE & VITTORIA 

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