Gravel in acciaio su misura

Gravel in acciaio su misura

Nicolò Cantoni

Progettare una bici su misura è un’arte, il telaio viene costruito attorno al ciclista. Come un abito su misura niente viene lasciato al caso.

18 Giugno 2021

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Una sera un amico mi parla di due ragazzi che fanno delle bici in acciaio su misura, si chiamano CAZU CYCLES. Guardo il loro profilo Instagram e le bici sono davvero belle. Decido di contattarli e ci troviamo nel loro garage-laboratorio. Visto dall’esterno sembra un normale garage, ma dentro c’è il loro mondo: il banco da lavoro, i telai appesi alle pareti, i macchinari. Federico e Paolo iniziano nel 2017 e grazie a RAULER, famoso telaista di Reggio Emilia che ha lavorato con marchi del calibro di COLNAGO, imparano quest’arte dove il telaio viene costruito attorno al ciclista. Come un abito su misura niente viene lasciato al caso.

Resto subito affascinato dall’idea di poter creare la mia bici da zero.

Quello che cerco è una bici polivalente. Adatta alla strada ma anche ai sentieri. Per correre veloce ma anche per un viaggio. Aerodinamica e allo stesso tempo comoda.

Grazie alla loro esperienza e le misure antropometriche, che Luca Dodi di Cycling Passion misura con cura e professionalità attraverso un check biomeccanico, progettano le geometrie del telaio. La bici avrà un movimento centrale più alto delle classiche bici da corsa in modo da poter evitare più facilmente gli ostacoli. Il rake della forcella sarà più ampio e il carro posteriore sarà sagomato per poter montare pneumatici più grandi, fino a 40 mm.

 

 

L’acciaio che utilizzeranno sarà il “columbus life omnicrom” a doppio spessore della storica casa Milanese. Le caratteristiche distintive di omnicrom sono la strettissima tolleranza nella composizione della lega, affinata e rifusa per garantire la regolarità della struttura, la resistenza allo snervamento, l’ottima saldabilità e l’elevata resilienza.

Tutte caratteristiche che lo rendono l’acciaio perfetto per la costruzione della mia bici.

Si inizia con la sgolatura dei tubi che vengono sagomati per essere messi in maschera e dar forma alle geometrie progettate. Viene eseguita una puntatura e successivamente una messa in squadro per centrare il telaio. Da qui inizia il processo di saldobrasatura con il quale, per mezzo di un materiale di riporto, composto da stecche di nichel e bronzo, si collegano le varie parti del telaio. Le stecche utilizzate influiscono direttamente sulle caratteristiche meccaniche di esso e quindi sarà cura del telaista scegliere le migliori in base al risultato che si vuole ottenere.

Finito il processo di saldobrasatura si esegue la micropallinatura che toglie il materiale in eccesso e prepara il telaio alla verniciatura.

Le geometrie, l’acciaio e la saldatura sono l’anima della bici.

Decido di montare il gruppo shimano grx 810 a doppia guarnitura, specifico per il gravel, con dentatura 48-31 e pacco pignoni 11-34 che mi permetterà di avere i rapporti adatti per tutte le tipologie di terreno. I freni a disco idraulici, sempre grx: 160 mm all’anteriore e 140 mm al posteriore.

 

 

Utilizzo due set di cerchi. Su strada i fulcrum wind 40 db in carbonio con copertoni da 32 mm, una ruota aerodinamica e polivalente. Per l’off road scelgo i fulcrum racing 4 in alluminio con profilo da 35 mm e pneumatici da 38 mm, un mix tra performance e versatilità. Il manubrio è il gravel 100, di Deda Elementi. Ha una forma aero studiata per essere ergonomica e permettere una posizione confortevole alle mani. Un buon nastro manubrio per ottimizzare il comfort e il gioco è fatto. Ultima componente, la sella. Durante la messa in sella Luca Dodi me ne fa provare ben cinque. Questo mi dà l’opportunità di valutare bene quale sia la migliore per me. La messa in sella è un processo di fondamentale importanza. Quando la bici è finita, attraverso un programma di video analisi, il biomeccanico esegue le regolazioni finali in modo da ottimizzare l’assetto e la pedalata del ciclista.

Il risultato finale è sorprendente. La bici è proprio come l’avevo immaginata. Ma la vera sorpresa è quando finalmente riesco a provarla. La sensazione è di avere sotto di sé l’estensione del proprio corpo. Reattiva e precisa quanto comoda, sia su strada che su fondi sconnessi.

La cosa più importante, quando si decide di costruire un telaio su misura, è di avere ben chiaro l’utilizzo che se ne andrà a fare, perché un telaio in acciaio è per sempre.

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