Filippo Rinaldi quinto assoluto all’XTERRA Lago di Garda

Filippo Rinaldi quinto assoluto all'XTERRA Lago di Garda

Justine Mattera

All’inizio della stagione abbiamo deciso di puntare su Filippo Rinaldi, un giovane triatleta parmigiano – come noi – che da quest’anno ha iniziato la sua avventura come alteta PRO di triathlon cross. Possiamo dire di averci visto lungo. Dopo la vittoria all’Iron Tour dell’Elba, e la conquista del titolo italiano assoluto, domenica Filippo si è reso […]

29 Maggio 2018

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All’inizio della stagione abbiamo deciso di puntare su Filippo Rinaldi, un giovane triatleta parmigiano – come noi – che da quest’anno ha iniziato la sua avventura come alteta PRO di triathlon cross.
Possiamo dire di averci visto lungo. Dopo la vittoria all’Iron Tour dell’Elba, e la conquista del titolo italiano assoluto, domenica Filippo si è reso protagonista di una grande gara all’X Terra del Lago di Garda ottenendo un quinto posto assoluto.
Ci ha raccontato com’è andata.

XTERRA – Italy – Lago di Garda: la gara più dura che io abbia mai fatto, oltre che la prima del circuito mondiale XTERRA.
Per i km (1,5 km a nuoto, 34 km in bici e 11 km a piedi), per il percorso, con dislivello e salite davvero importati, e anche per gli avversari in gara.
Quando ho fatto il giro di ricognizione, il giorno prima della gara, ho capito subito che non sarebbe stato facile.
D’altra parte sapevo anche di poterla affrontare con maggiore serenità rispetto a domenica scorsa, quando in gioco c’era il titolo italiano.
Forse anche per questo sono partito tranquillo e la frazione a nuoto – che all’Elba e in Sardegna era stata quella più critica – è andata moto bene.
Io e Marcello Ugazio siamo usciti dall’acqua in settima e ottava posizione e insieme siamo andati alla rimonta.
Il mio obiettivo era riuscire a dosare le forze. Sapevo che sarebbe stata una gara dura, non ne avevo mai corso una simile, quindi la priorità per me era arrivare al traguardo. Così mi sono gestito a nuoto, ma anche in bici, sapendo che una volta sceso dalla sella la gara non sarebbe finita. Ho tenuto, senza strafare, e alla fine mi sono accorto che stavo arrivando al traguardo senza problemi.

In Mtb la mia bici ha aiutato. La mia Scott spark rc 900 world cup, usata sulle salite sconnesse in modalità “TRAIL” (sblocco parziale delle sospensioni) mi ha permesso una maggiore aderenza al terreno e quindi una pedalata meno faticosa. E, in discesa, sbloccando completamente le sospensioni ho gestito anche i tratti più tecnici con più sicurezza. Un vantaggio non di poco conto: cadere su quel percorso avrebbe voluto dire farmi molto male.

Nonostante la difficoltà e il dislivello (nella frazione a piedi, c’erano salite in cui eravamo più veloci camminando che correndo), sono riuscito a recuperare sia in bici che di corsa, conquistando alla fine un quinto posto assoluto.

In molti mi hanno fatto i complimenti e questo sicuramente mi inorgoglisce. Più di tutto però sono contento di averla gestita al meglio.
Davanti a me avevo avversari fortissimi, di livello internazionale, abituati ad un carico di lavoro molto maggiore rispetto al mio, che ho iniziato da poco la preparazione con David Morelli. Averli davanti è stato per me un grande stimolo e una bellissima sfida.
Il giorno dopo, poi stavo benissimo e le sensazioni in gara mi fanno ben sperare per il futuro. In fondo, i mondiali sono dietro l’angolo!F

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