La bicicletta, quel mezzo con due ruote capace di emozionare

La bicicletta, quel mezzo con due ruote capace di emozionare

Matteo Manfron

Matteo Manfron, 28enne, in sella da 22 anni, ci parla della sua passione per il ciclismo!

17 Febbraio 2020

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Sono Matteo, ho 28 anni e da 22 spingo sui pedali.

Posso dire di aver vissuto varie esperienze nel mio percorso di vita, una delle più importanti è stata sicuramente quella dell’attraversamento di un terzo della Nuova Zelanda, dove solo con la forza delle mie gambe mi sono spinto da Auckland a Queenstown e dell’esplorazione di buona parte dell’Australia.

Ricordo che avevo 4 anni quando ho capito tutto. Passavo le mie domeniche pomeriggio a guardare mio fratello e a tifare per lui, era un vincente ed io non vedevo l’ora di poter iniziare a gareggiare per imitarlo.

Finalmente quel giorno arrivò anche per me, proprio nel mio paese, ricordo l’ansia terrificante ma allo stesso modo la voglia di affrontare quell’esperienza nuova in modo che si potesse conservare dentro di me come un piacevole ricordo, divertendomi. E così è stato!

Ero li sulla linea di partenza, aspettavo il fischio di inizio, lo sguardo fisso e la testa che provava a concentrarsi, frastornata dall’ansia e dalle urla e gli applausi dei “tifosi” … Arrivò il fischio, iniziai a pedalare forte e già a metà del primo giro il gruppo si era allungato, a metà del secondo eravamo in tre, io continuavo a guardarmi alle spalle per paura di essere ripreso. Quattro giri totali, al penultimo ero davanti, un solo “avversario” con il quale mi stavo contendendo tutto!

Sentii il suono che avvertiva l’inizio dell’ultimo giro, usai tutte le forze che avevo per staccarmi da lui, la testa era vuota, non sapevo che tipo di emozione stessi provando, era nuova, non avevo mai sentito nulla di simile arrivare da dentro di me, quando davanti a me vidi lo striscione d’arrivo sentii il mio cuore che stava per scoppiare, gli ultimi sforzi, le ultime pedalate, tagliai il traguardo!

Sono sicuro che in quel preciso momento non ci fosse nessun bambino al mondo più felice di me! Tutti erano felici, tutti, anche i tifosi avversari apprezzarono quello che avevo fatto! Avevo vinto la mia prima gara!

Volevo abbracciare le persone a me care, volevo condividere con loro tutta quella gioia! Dopo la premiazione, regalai il mazzo di fiori che avevo ricevuto a mia mamma, le sue lacrime di gioia insieme all’abbraccio di mio padre furono il mio vero premio.

 

Emozioni che incontro per strada

 

Vi siete mai chiesti quale sia il vero motivo che ci porta a metterci in sella e pedalare per ore?

Io personalmente SI ed anche parecchie volte…
Credete si possa trattare solo di voglia di mantenersi in forma?
O forse del piacere di condividere con qualcuno la tua stessa passione, formare gruppo e
decidere di passare le domeniche mattina all’aria aperta in compagnia?

Beh, stando a me, dopo esser stato costretto all’età di quindici anni, a causa di due incidenti, a lasciare il mondo agonistico, la motivazione che mi ha portato a continuare a nutrire l’esigenza di pedalare è stata sempre e solo una.

L’EMOZIONE, l’emozione unica che provo ogni volta che mi metto in strada e mi ascolto, ascolto il mio corpo, il mio cuore, la mia anima. Solo pedalando riesco a varcare porte e confini che in altre circostanze non riuscirei mai a superare. La bicicletta è un prodigio meccanico che sa creare emozioni semplici e autentiche.

Assaporare quella sensazione di libertà, di leggerezza nonostante la fatica, pedalare fino a non sentire più le gambe per arrivare fino in cima, e guardare il mondo dall’alto, ammirare paesaggi mozzafiato e ascoltare il rumore del silenzio che mi entra fino alle vene e mi fa sentire vivo.

E’ una macchina perfetta per creare relazioni sociali e per conoscere meglio se stessi. Andare in bicicletta consente di entrare in uno stato di solitudine meditativa.

A volte mi sento chiedere: ”ma chi te lo fa fare? 13/14 ore in bicicletta? Ma perché?”
Perché ogni volta è un’emozione, ogni volta è una conquista, ogni volta conosco un’ altra parte di me, ogni volta conosco un’altra parte di mondo. La bici nella sua dinamicità, permette di ridisegnare il territorio, inventando itinerari e percorsi inediti, creando infinite e nuove configurazioni anche dei luoghi a noi più conosciuti.

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Grazie Francesco, anche te un appassionato della bici?

matteo - 2020-02-18 16:28:55

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