Come si prepara un grande Giro?
Sono Matteo Montaguti, ex ciclista professionista, ed ho partecipato a 14 Giri a tappe nella mia carriera lunga 12 anni.
Il 2021 è il primo anno, dopo 14, in cui non parteciperò ad un “Grande Giro a Tappe” e così ho pensato di rendervi partecipi della mia esperienza su come si prepara un evento di questo tipo.
Partiamo dal principio, o meglio dalla fase di programmazione: l’inverno nei mesi di Gennaio e Febbraio sono il periodo in cui un atleta si confronta con i direttori sportivi e i preparatori del Team per cui gareggia, e programma la stagione almeno fino a Luglio, o meglio fino al Tour de France. Questa fase è molto importante per delineare un percorso di gare, che permetta all’atleta di arrivare al suo picco di forma nel periodo in cui partecipa alla corsa più importante per lui e per la squadra.
Proprio così, perché le gare di avvicinamento sono importanti quanto lo è allenarsi, sia fisicamente che mentalmente.
Prendiamo come riferimento il Giro d’Italia, che puntualmente, tolto il 2020, si svolge nel mese di Maggio.
Per preparare un “Giro” servono: tanti chilometri nelle gambe, il giusto peso corporeo e una bella dose di motivazione.
Vediamo come allenare queste tre importantissime qualità in un periodo che varia da 5 a 6 mesi, ipoteticamente da Novembre ad Aprile.
Nei mesi invernali la preparazione fisica è abbastanza simile per tutti: palestra e bici. Poi man mano che ci si avvicina alle gare, aumentano gli allenamenti pedalati e si riducono a 1-2 volte a settimana quelli a secco.
Quando si avvicinano le competizioni si alza inevitabilmente anche il ritmo degli allenamenti e ci si prepara mentalmente a oltrepassare i propri limiti, per migliorarsi e poter dare il 110% nelle gare. Ovviamente in questo periodo di avvicinamento si usa partecipare a “stage”, o se vogliamo chiamarli “ritiri”, in zone spesso più calde e a quote alte oltre i 1500 metri di altitudine. L’effetto dell’altura l’ho descritta in questo contenuto dello scorso anno.
L’effetto dell’allenamento in altura e in zone più miti permette all’atleta di avvicinarsi molto allo stato di forma e questo è risultato del mix con un’attenta alimentazione, mirata alla diminuzione della massa grassa e alla tonificazione di quella magra.
Per chi non conoscesse la differenza tra massa grassa e magra: la prima definisce la parte adiposa che il nostro corpo accumula nei mesi di inattività o a causa di una alimentazione ricca di zuccheri e grassi in genere. Per massa magra si intende le fibre muscolari che con l’allenamento di spaccano e si rigenerano tonificate e più forti, in pratica sono in grado di sostenere lo sforzo fisico.
L’alimentazione è uno dei tre parametri da controllare lungo tutta la preparazione e durante un “Grande Giro”, perché la performance e il recupero sono condizionati dai macronutrienti che assimiliamo.
Le competizioni sono il banco di prova in cui ogni atleta raggiunge i propri obbiettivi personali e di squadra, ma sempre con lo sguardo al futuro, o meglio all’evento più importante della prima parte di stagione, il “Giro d’Italia”.
Generalmente ogni ciclista affronta dalle 15 alle 40 gare prima di un “Grande Giro” e tra una e l’altra, alterna allenamenti specifici a periodi di riposo attivo. Quest’ultimo può essere riassunto come un allenamento, nella quale l’atleta recupera gli sforzi fatti per migliorare la propria performance, e ricarica le batterie per trovare la condizione ottimale tra sforzo e recupero, essenziale durante un giro a tappe.
Negli ultimi anni l’altura viene utilizzata sia per allenarsi che per riposarsi, perché questo sistema aiuterebbe il fisico a rigenerarsi più velocemente e sfruttare il migliore consumo di ossigeno, ottenuto dall’aumento dei globuli rossi, a quote basse durante il periodo di tre settimane consecutive.
Per concludere la motivazione è un aspetto importantissimo del percorso verso il picco di forma fisica: negli ultimi anni sono state inserite nei team nuove figure professionali che aiutano Staff e Atleti a mantenere alto il morale per raggiungere determinati obbiettivi. Sto parlando di psicologi e motivatori: entrambe figure professionali che aiutano il team a mantenere fissi gli obbiettivi e a trovare le soluzioni migliori quando si palesano degli ostacoli.
Proprio gli ostacoli mentali sono spesso il motivo per il quale molti atleti non raggiungono lo stato di forma atteso nei grandi eventi sportivi: infortuni, cadute o sensazioni negative possono condizionare l’avvicinamento ad un obbiettivo, e spesso continuare ad allenarsi e insistere è controproducente.
Quando il Giro d’Italia inizia poi nulla di tutto questo a più importanza, quello che conta è dare tutto quando si “mena” a testa bassa davanti al gruppo o in fuga per la vittoria.
Ve lo dice uno che non vedeva l’ora di partire ogni mattina e andare in fuga nelle tappe più impegnative, dopo essersi mangiato un piatto di riso in bianco e un pezzo di crostata alle 7 del mattino.
Se non è motivazione questa, ditemi voi qual è la vostra.
Photo by Rob Wingate on Unsplash
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