Carenza di iodio per circa il 12% degli italiani

Carenza di iodio per circa il 12% degli italiani

Redazione ENDU

Lo iodio è un elemento indispensabile per diverse funzioni dell’organismo. Eppure, pochi sanno davvero di che cosa si tratti e dove si trovi.

15 Ottobre 2019

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Il 12% degli italiani, soprattutto donne e bambini, pari complessivamente a sei milioni di persone, non ne assume un quantitativo sufficiente attraverso la dieta andando così incontro a una carenza di iodio. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi (Osnami), che rivela che nel mondo la situazione è addirittura peggiore: a livello globale, infatti, la carenza sale al 29%.

Lo iodio è un microelemento presente nell’organismo in basse quantità ed essenziale per il corretto funzionamento della tiroide: serve, infatti, per la sintesi degli ormoni tiroidei, ossia la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4), che controllano varie attività di vitale importanza. La carenza di iodio può perciò avere effetti più o meno significativi a vari livelli, per esempio cardiovascolare, neurologico e muscoloscheletrico.

Si prende dalla dieta

A differenza di quanto si pensa comunemente, non basta un soggiorno al mare per fare il pieno di iodio. La fonte principale di questa sostanza è rappresentata, infatti, dagli alimenti. È solo attraverso l’alimentazione che si può soddisfare il fabbisogno quotidiano di iodio, pari a 150 microgrammi nell’adulto, tra i 90 e i 130 microgrammi nel bambino e nell’adolescente, a 200 microgrammi in gravidanza e a 220 microgrammi durante l’allattamento.

Sì al tonno in scatola

Ma quali sono i cibi migliori da questo punto di vista? Sicuramente i prodotti ittici. Fra questi, ne è particolarmente ricco il tonno in scatola. Come ricorda l’Ancit, l’Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare, 100 g di questo alimento forniscono in media 50-100 microgrammi di iodio, coprendo l’11% del fabbisogno quotidiano.

“L’apporto di iodio del tonno è ottimale per la dieta in tutte le età, dalla gravidanza e infanzia fino alla terza e quarta età” conferma Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione.

“Consente, infatti,il regolare sviluppo e accrescimento nell’età evolutiva, ottimizza il metabolismo dell’adulto, contrasta la perdita di masse muscolari nell’anziano e facilita un eccellente equilibrio psicofisico”.

FONTE: bimbisaniebelli.it

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