Simone Leo: la Brasil 135 per chiudere il cerchio delle 7 ultra più dure al mondo

Simone Leo: la Brasil 135 per chiudere il cerchio delle 7 ultra più dure al mondo

Matteo Simone

Da un po’ di anni seguo le imprese degli ultramaratoneti e partecipo io stesso ad alcune gare per conoscere questo mondo sorprendente e privilegiato, per comprendere cosa passa nella mente degli ultrarunner e nella mia stessa mente prendendo parte a gare tipo la Brasil 135.

28 Gennaio 2019

Condividi:

Mi imbatto in ultramaratoneti che si mettono in gioco sfidando se stessi e portando a termine gare considerate imprese e lunghi viaggi della durata superiore ai 200km con condizioni climatiche assurde e terreni anche impervi e con dislivello come alla Brasil 135.

Qualcuno direbbe che sono pazzi, che sono masochisti, che non hanno altro di importante da fare. Ma io approfondendo questo mondo noto che ci sono persone molto mature e responsabili che approfondiscono al conoscenza di loro stessi partecipando a queste gare con preparazione anche estrema e dettagliata con attenzione al proprio corpo e alla propria salute e integrità. Inoltre per certe gare è prevista un’assistenza obbligatoria a cura di persone che costituiscono un team e che diventano indispensabili per il buon esito dell’impresa. Tutto ciò si costruisce nel tempo cautamente e gradualmente facendo esperienza sul campo partecipando a gare sempre alzando l’asticella e provando a organizzare anche gare impegnative a seguito dell’esperienza acquisita.

Ora è il momento di far entrare in campo un forte ed esperto ultramaratoneta e organizzatore lui stesso di una ultramaratoneta in Italia della distanza di 285km da Milano a San Remo, si tratta di Leo Simone che si fa chiamare Spostando il limite che seguo da un po’ di gare estreme quali l’ASA, una gara di 490km da Atene a Sparta e ritorno ad Atene, così come la Bad Water gara estrema nell’inferno americano con temperature di 50°.

Di seguito racconta la sua prossima impresa in Brasile in partenza tra pochi minuti: la Brasil 135, trattasi di una gara della distanza di 135 miglia e cioè 217 km con condizioni di caldo estremo e altitudine elevata, ma con sé ha a disposizione il suo bel team addestrato, motivato e preparato per qualsiasi sue esigenze dalla nutrizione, integrazione, coccole e quant’altro: Grandissimo, se sicuro di portare tutto l’occorrente per questa impresa?Grazie a te che promuovi sempre l’ultramaratona alla grande! Sono sempre in pensiero di aver dimenticato qualcosa ma l’esperienza accumulata negli ultimi 6 anni ed il mio fondamentale team mi fanno stare tranquillo!”

La Brasil 135

Brasil 135

Non si è mai pronti abbastanza per gare estreme, si pensa sempre che manche qualcosa nella casetta degli attrezzi personale che potrebbe essere fondamentale, ma l’esperienza acquisita in tante gare e nell’organizzazione di gare estreme permettono di presentarsi alla partenza sicuri e pronti soprattutto se si ha un team a disposizione che tifa e sostiene: Come spieghi ai runner ordinari quello che ti appresti a fare la Brasil 135 ?È difficile perché molti non capiscono! Non è solo una cosa sportiva, non è solo la gara. È il viaggio! È scoprire i propri limiti e superarli! È un’avventura che dà il sale alla vita!

Per i non addetti ai lavori e anche per i runner che si limitano a correre gare non superiori alle maratone tutto ciò è inconcepibile se si ragione con la mente ordinaria, ma si tratta di viaggi dentro se stessi che comportano la ricerca di se stessi organizzandosi in tempo, decidendo molto tempo prima di prendere direzioni per raggiungere sogni sfidanti con consapevolezza delle proprie risorse, capacità e limiti.

Come riesci a tenere unito e motivato il team?Facciamo molto team building. Per me il gruppo è fondamentale sia fisicamente che psicologicamente. Scelgo personalmente ogni componente mesi prima della gara. E poi c’è Anna, il capo della crew. Senza di lei sarebbe molto più dura!”

La preparazione di gare estreme come la Brasil 135 prevede un’accurata selezione degli alimenti, dell’abbigliamento ma anche del personale da portare a seguito che sia gente di fiducia conosciuta in grado di sposare gli stessi obiettivi e di condividere con altri del team ideali e viaggi insieme con l’obiettivo comune di permettere a Leo di arrivare al traguardo con forse fisiche,  mentali e anche affettive grazie al pensiero di loro che sono lì per lui: Cosa dicono parenti del tuo spirito ultra oltre che sei pazzo e simpatico? “Sono contenti, abituati e rassegnati!! Tifano per me e questo è davvero molto importante. Li sento vicini anche a migliaia di km di distanza.”

I parenti sono sempre un po’ preoccupati e apprensivi ma sanno anche che se un loro caro è determinato nel fare qualcosa la riuscita di ciò gli permetterà di sentirsi bene fisicamente e mentalmente e tornerà a casa con tanta carica interiore e mentale per affrontare la quotidianità con più consapevolezza e presenza: A cosa devi più fare attenzione questa volta?Poco allenamento post Badwater, tantissimo dislivello (10mila metri) e sterrato. Oltre al caldo per noi abituati ormai al freddo. Qui a La Brasil 135 ci sono 36 gradi!”

Quando non tutto è andato alla perfezione nella preparazione bisogna tirare fuori altre risorse e qualità che permettono di distogliere l’attenzione dall’eventuale difficoltà in modo da sperimentare la convinzione che tutto andrà bene perché altre volte così è stato, perché qualsiasi cosa si può gestire nel migliore dei modi, perché si è saputo utilizzare già in passato piani B e C e quindi ci si affida a una conoscenza e preparazione interiore memorizzata in bagagli e posti interni virtuali che si possono tirare fuori all’occorrenza: Quali parole, pensieri e immagini ti serviranno questa volta quale aiutino? Penso sempre costantemente al traguardo e da tre anni a questa parte anche a mio figlio Alexander al quale, ogni volta, prometto di tornare con la medaglia!”

E’ importante avere ancoraggi e immagini che permettano di avanzare sempre e non mollare perché bisogna portare a termine un compito per il quale si è investito tempo e impegno quotidiano; visualizzare il traguardo permette di simulare l’arrivo fattibile che si avvicina sempre di più e il pensare a persone care mette in moto forze nascoste che aiutano a remare a favore nel percorrere il lungo viaggio fatto di pianure, salite e discese guardando sempre avanti momento per momento, chilometro per chilometro: Puoi avvalerti di un aiuto da casa o dal pubblico?La spinta degli amici storici e degli amici social mi da tantissima carica, vale più di mille allenamenti!”

Diventa un grande aiuto quello del pubblico dei social network che da casa inviano messaggi di presenza, di affetto, di coraggio, di stima; tutto ciò permettono a Leo di avere la carica, la determinazione, la convinzione, l’emozione di essere sul nastro di partenza con la vista rivolta al traguardo, con i piedi solidi per terra, con il cuore acceso pronto a partire consapevolmente e resilientemente. Grazie e buona strada.

 

Matteo SIMONE
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo                        http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

condividi

commenti

Ancora nessun commento inserito. Vuoi essere il primo a commentare?

scrivi commento

scelti per te

adv
adv
vai su

Endu

rispettiamo l'ambiente

Questa schermata consente al tuo schermo di consumare meno energia quando la pagina non è attiva.

Per continuare a navigare ti basterà cliccare su un punto qualsiasi dello schermo o scorrere la pagina.

Clicca qui se invece vuoi puoi disabilitare questa funzionalità per i prossimi 30 giorni. Si riattiverà automaticamente.
Info
Trovata una nuova versione del sito. Tra 5 secondi la pagina sarà ricaricata
Attendere...

Se non vuoi attendere clicca questo link